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Capolavori restaurati, a Palermo risplende il museo Pitrè

E dai depositi arrivano in esposizione l’ottocentesco tavolo del falegname, vasi di ceramica invetriata da Caltagirone, un dipinto che raffigura la processione del Venerdì santo

PALERMO. Museo Pitrè, da oggi riapertura definitiva dopo un mese di manutenzione e riordino, e ritorno in pubblico di capolavori restaurati. C’è il ghigno beffardo della Vecchia dell’aceto con il gesso che segue ogni verruca, si dice realizzato a calco sul cadavere appena impiccato a piazza Pretoria.

C’è la serie di pitture su vetro in 34 esemplari dal Settecento al Novecento. Il percorso espositivo sui vecchi mestieri, con l’ottocentesco tavolo di lavoro del falegname, e ancora i cartelloni e i pianini dell’Opera dei pupi, il plastico dell’Entrata di re Ruggero a Palermo. Museo etnografico in grande assetto espositivo in coincidenza con i weekend delle Vie dei tesori, il festival culturale organizzato dall’Università di Palermo. E dunque riapertura totale del Pitrè dal martedì alla domenica 9.30 -18.30, con percorsi dedicati alle Vie dei Tesori questo weekend e il prossimo.

Una riapertura studiata nei particolari dal direttore Eliana Calandra, che vede fra le novità in esposizione «la bella serie di pitture su vetro di cui il Museo Pitrè conserva 34 esemplari, ne sono autori i così detti pincisanti, pittori di santi, testimonianze d’arte popolare». E nella fissità estatica dei contorni netti sfilano su vetro Madonne, Bambinelli, Santa Rosalia, Sacra Famiglia. Dai depositi del Pitrè arrivano in esposizione il tavolo del falegname, vasi di ceramica invetriata da Caltagirone, un dipinto che raffigura la processione del Venerdì santo.

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