Maxi-operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo: disposti i fermi e gli arresti di 181 persone, tra boss, «colonnelli», uomini d’onore, ed estortori di diversi «mandamenti» del capoluogo siciliano e della provincia.
Complessivamente sono stati impegnati, con la copertura aerea di un elicottero del 9 Elinucleo di Palermo, 1.200 carabinieri circa dei comandi provinciali della Sicilia, del reparto anticrimine del ROS di Palermo, con il supporto dei «baschi rossi» dello Squadrone eliportato cacciatori di Sicilia, del 12° Reggimento «Sicilia», del 14 Battaglione «Calabria» nonché di altre componenti specializzate dell’Arma.
Qui i nomi dei fermati nell'operazione ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsioni, consumate o tentate, aggravate dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, favoreggiamento personale, reati in materia di armi, contro il patrimonio, la persona, esercizio abusivo del gioco d’azzardo, e altro. I principali mandamenti coinvolti nell’indagine sono quelli di Santa Maria di Gesù, Porta Nuova, San Lorenzo, Bagheria, Terrasini , Pagliarelli e Carini.
L'inchiesta, condotta dai carabinieri e coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dalla procuratrice aggiunta Marzia Sabella, ha svelato l’organigramma delle principali famiglie, gli affari dei clan e l’ennesimo tentativo di Cosa nostra di ricostituire la Cupola provinciale e di reagire alla dura repressione che negli ultimi anni ha portato in cella migliaia di persone. Oggi nel corso della conferenza stampa in cui i magistrati e i carabinieri hanno illustrato i particolari del blitz, ha parlato il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia: «Le indagini che hanno portato agli arresti di oggi dimostrano che Cosa nostra è viva e presente e dialoga con canali comunicativi assolutamente nuovi, fa affari e cerca di ricostituire il suo esercito». «L'operazione - prosegue de Lucia - fa seguito ad altri interventi che confermano la vitalità della mafia, ma anche la capacità di reazione dello Stato che continua a lavorare pur nella carenza di uomini, in Procura mancano 13 sostituti e un aggiunto». De Lucia ha ringraziato la procuratrice aggiunta Marzia Sabella che ha coordinato l’inchiesta. «Cosa nostra vorrebbe tornare alla commissione provinciale, ma non riesce a ricostituirla», afferma il procuratore capo.
«La mafia - ha detto il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo - cerca di risollevarsi tornando ad avere relazioni importanti, con alcuni soggetti come la 'ndrangheta ad esempio. Le indagini sul traffico di cocaina rivelano connessioni profonde con realtà che gestiscono rotte internazionali. Il rapporto con la 'ndrangheta è sempre più stretto e questo innesca trasformazioni nei tradizionali modelli di cosa nostra che, quando si affaccia in mercati più ampi, deve conformarsi, integrandosi in strutture quasi miste in cui confluiscono ndrangheta e camorra».
«In questi due anni di indagini - ha affermato Luciano Magrini comandante provinciale dei carabinieri di Palermo -, iniziate nel 2023, abbiamo registrato 50 tra estorsioni consumate e tentate ai danni di operatori commerciali. Solo in pochi casi abbiamo avuto riscontro attraverso le denunce che sono state presentate. Questo dimostra che la mafia è presente nel territorio e l’operatore commerciale teme il ricorso alla giustizia. Ritengo se su questo settore si debba lavorare molto e questo non può solo passare attraverso il lavoro delle forze della polizia». «Quello che preoccupa di più è la ricchezza - ha detto Luciano Magrini -, perché la mafia riesce a disporre di grandi somme attraverso il traffico di stupefacenti, il gioco on line e le estorsioni. Nello stesso tempo preoccupa anche la facilità con la quale riesce a disporre di armi. E poi anche la violenza. Abbiamo registrato diversi episodi di pestaggio anche nei confronti di affiliati o di quanti tentano di non sottostare alle leggi che la mafia vuole imporre».
Ecco l’elenco dei fermati:
Porta Nuova
Ecco l’elenco dei fermati nel mandamento di Porta Nuova: Alessandro Adamo, 32 anni, Giuseppe Auteri, 49 anni, Salvatore Bagnasco, 66 anni, Francesco Battaglia, 41 anni, Carmelo Bellomonte 26 anni, Fortunato Bonura, 65 anni, Carmelo Caccamese, 46 anni, Giuseppe Campisi, 27 anni, Salvatore Calista 27 anni, Andriy Carollo, 23 anni, Giovanni Castello, 49 anni, Francesco Cataldo, 32 anni, Giovanni Chiarello, 24 anni, Cristian Cinà, 37 anni, Stefano Comandè, 38 anni, Angelo Costa, 31 anni, Federico D’Alessandro, 35 anni, Salvatore D’Amico, 46 anni, Giuseppe D’Angelo, 30 anni, Carmelo De Luca, 32 anni, Pietro Di Blasi, 42 anni, Pietro Di Blasi, 36 anni, Umberto Di Cara, 30 anni, Vincenzo Mohamed Di Cristina, 24 anni, Giuseppe Di Maio, 39 anni detto Bloccato, Cristian D’India, 23 anni, Lillo Fanara, 31 anni, Angelo Fernandez, 19 anni, Gaetano Fernandez, 22 anni, Cosimo Filippone, 28 anni, Nunzio La Torre, 38 anni, Calogero Lo Presti, 72 anni, Tommaso Lo Presti detto il pacchione, 49 anni, Tommaso Lo Presti detto il lungo, 60 anni, Agostino Lupo, 44 anni, Vincenzo Madonia, 24 anni, Filippo Maniscalco, 31 anni, Filippo Marino, 46 anni, Leonardo Marino 35 anni, Leonardo Marino, 35 anni, Gaspare Martines, 60 anni, Giuseppe Minnella, 29 anni, Carlo Pillitteri, 36 anni, Pietro Pozzi, 60 anni, Roberta Presti, 38 anni, Francesco Paolo Putano, 49 anni, Jessica Santoro, 33 anni, Daniele Segreto, 32 anni, Nunzio Selvaggio, 27 anni, Vincenzo Selvaggio, 30 anni, Antonino Seranella, 48 anni, Antonio Sorrentino, 57 anni, Francolino Spadaro, 61 anni, Luigi Verdone, 32 anni, Francesco Paolo Viviano, 32 anni, detto Ci, Francesco Zappulla, 34 anni.
San Lorenzo
Nel mandamento San Lorenzo sono scattate i fermi nei confronti dei palermitani Domenico Serio 48 anni; Nunzio Serio 47 anni; Francesco Stagno 38 anni; Francesco Iraci 34 anni; Francesco Militano 36 anni; Mario Ferrazzano 39 anni; Salvatore Serio 44 anni; Filippo Raneri 38 anni; Pietro Capraro 39 anni; Gabriele Minio 36 anni; Gaetano Licata 41 anni; Emanuele Cosentino 38 anni; Guglielmo Rubino 47 anni; Salvatore Varsalona 57 anni; Antonino De Luca 55 anni; Gianluca Spanu 37 anni; Francesco Scarpisi 44 anni; Salvatore Randazzo 57 anni; Leandro Cangemi 33 anni; Giuseppe Battaglia 52 anni; Amedeo Romeo 48 anni; Rosario Gennaro 59 anni; Salvatore Ruvolo 40 anni; Giovanni Salvatore Cusimano 75 anni; Gennaro Riccobono 63 anni; Giuseppe Lo Coco 57 anni; Antonino Mazza 51 anni; Paolo Lo Iacono 58 anni; Domenico Ciaramitaro 50 anni; Mariano Lo Iacono 34 anni; Tommaso Sparataro 31 anni; Massimiliano Vattiato 50 anni; Salvatore Finocchio 44 anni detto Totò; Salvatore Lombardo 39 anni; Khemais Lasugi 36 anni detto Gabriele Alì.
Noce, Porta Nuova e Cruillas
Questi i fermati nel blitz antimafia nei mandamenti Noce, Porta Nuova e Cruillas: Alfonso Di Cara 63 anni, Daniele Formisano 51 anni, Felisiano Tognetti 53 anni, Pietro Tumminia 53 anni, Salvatore D’Amico 61 anni, Pietro Cusimano 66 anni, Giuseppe Auteri 50 anni, Tommaso Lo Presti il lungo 60 anni, Giuseppe Giunta 38 anni, Benedetto Di Cara 35 anni. Ai domiciliari Benedetto Napoli 55 anni, Carmelo Torres 38 anni.
Santa Maria di Gesù
I fermati nel blitz antimafia nel mandamento di Santa Maria di Gesù sono: Guglielmo Rubino, 47 anni, Giuseppe Aliotta, 41 anni, Mario Mirko Brancato, 26 anni, Pasquale Di Mariano, 33 anni, Antonino La Mattina, 32 anni, Francesco Pedalino, 46 anni, Gabriele Pedalino, 28 anni, Concetta Profeta, 46 anni, Girolamo Rao, 27 anni, Vincenzo Rao, 32 anni, Salvatore Ribaudo, 63 anni, Salvatore Ribaudo, 52 anni, Guido Riccardi, 39 anni, Rosolino Rizzo, 23 anni, Pietro Rubino, 43 anni, Antonio Scarantino, 48 anni, Alessandro Scelta, 29 anni, Vincenzo Toscano, 37 anni. Divieto di dimora nel Comune di Palermo per altri due indagati.
Pagliarelli
I fermati nel blitz nel mandamento di Pagliarelli sono Giovanni Armanno 50 anni, Vincenzo Cascio 37 anni, Carmelo Davoli 30 anni, Andrea Mirino 33 anni, Josephine Mirino 31 anni, Salvatore Mirino 57 anni.
Carini e Terrasini
I fermati dell’operazione antimafia in provincia di Palermo, tra Carini e Terrasini, sono: Giuseppe Lo Duca, 52 anni, Giuseppe Passalacqua, 55 anni, Salvatore Prano, 58 anni, Mirko Lo Iacono, 28 anni, Giuseppe Basile, 29 anni, Stefano Randazzo, 26 anni, Gioacchino Rella, 52 anni, Andrea Giambanco, 59 anni, Alfonso Zinna, 27 anni, Giuseppe Cosenza 50 anni, Vito Cardinale, 42 anni, Gianfranco Grigoli, 52 anni, Giuseppe Caruso, 49 anni, Alessio Steri, 37 anni, Guido Massaro, 32 anni, Gianfilippo Libonati, 46 anni, Vincenza Dragotto, 43 anni, Vincenzo Guccione, 22 anni, Mirko Bevilacqua, 24 anni, Angelo Barone, 40 anni, Roberto Barone, 59 anni, Luca Lentini, 40 anni, Salvatore Cataldo, 75 anni, Umberto Ferrigno, 68 anni, Giuseppe Stanzione, 67 anni, Giovanni Romano, 38 anni, Giuseppe Pisciotta, 37 anni, Emanuele Bommarito, 44 anni, Alfonso D’Anna, 68 anni, Salvatore D’Anna 64 anni, Davide Minore, 43 anni, Giuseppe Valgellini, 46 anni, Salvatore Minore, 40 anni, Benedetto Bacchi, 52 anni.
Bagheria
Nel mandamento di Bagheria sono scattate le manette per: Giuseppe Scaduto 78 anni, Gioacchino Mineo 72 anni, Giuseppe Di Fiore 75 anni; Antonino Gagliardo 66 anni, Dario Migliorisi 50 anni; Giacinto Tutino, 70 anni, Atanasio Alcamo 48 anni; Antonio Maria Cannella 46 anni; Comparetto Alessandro 49 anni; Russo Gaetano 47 anni; Lauricella Salvatore 48 anni, Romeo Giuseppe 44 anni, Nicolò Cirrito 59 anni. Misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nei confronti di Rosario Giovanni D’Azzò 77 anni. La misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nei confronti di Daniele La Rosa 49 anni. Arresti domiciliari anche per Giacinto Di Piazza 65 anni; Salvatore Cinà, 73 anni e Agostino Testa 72 anni.
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Il sottosegretario Prisco: l'operazione a Palermo dimostra l'efficacia dello Stato
«Questa mattina, a Palermo, è stato un successo il maxi blitz contro la mafia che ha portato all’arresto di oltre 180 persone, tra cui capimafia e criminali legati a traffico di droga ed estorsioni. L’operazione ha visto l'impiego di oltre 1.200 Carabinieri e ha colpito i principali mandamenti di Cosa Nostra, dimostrando l’efficacia dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata. Nonostante la mafia abbia cercato di riorganizzarsi, lo Stato non arretra nella battaglia contro la criminalità organizzata. Grazie ai Carabinieri e a tutte le Forze dell’Ordine impegnate ogni giorno per la sicurezza e nel contrasto alla mafia», è quanto scrive sui social il sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco.
Bagheria, il sindaco Tripoli: plauso per il blitz
«L'amministrazione comunale di Bagheria esprime il suo plauso e ringraziamento alle forze dell’ordine, alla direzione distrettuale antimafia di Palermo per la brillante operazione antimafia condotta nella notte. L'importanza di questo tipo di azioni, che rafforzano la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e dimostrano che la lotta alla mafia è una priorità assoluta». Lo dice il sindaco di Bagheria Filippo Maria Tripoli
Ars, il presidente Galvagno: teniamo sempre alto il livello di guardia contro mafia
«La maxi operazione antimafia delle ultime ore, che ha permesso alle forze dell’ordine di smantellare sul nascere la ricostruzione della cosiddetta Cupola della provincia di Palermo, conferma la necessità di mantenere sempre alto il livello di guardia contro la criminalità organizzata». Lo afferma in una nota il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno.
Carini, il sindaco Monteleone: grazie a magistratura e carabinieri
«A nome dell’amministrazione comunale e di tutta la cittadinanza di Carini, esprimo il più profondo ringraziamento alle forza dell’ordine e alla magistratura per l’operazione che ha portato agli ultimi arresti di mafia. Questo risultato aggiunge un altro tassello nella lotta contro la criminalità organizzata e conferma l’impegno incessante di chi con coraggio lavora giornalmente per garantire sicurezza e legalità». Lo dice il sindaco di Carini Giovì Monteleone
Delmastro delle Vedove: nessun passo indietro sul 41 bis
«Desta amarezza sapere che, tra i 183 arrestati, c'è anche Tommaso Lo Presti, il boss di Porta Nuova scarcerato alla fine del 2023, impunemente ritornato a flagellare il territorio scontata la pena» osserva il sottosegretario per il quale questa è la riprova che sul carcere duro non bisogna indietreggiare di un millimetro, perché ogni nostra cedevolezza è una grande occasione per la mafia», afferma il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove.
Ostellari: il 41 bis è irrinunciabile
«Il blitz coordinato dalla Procura di Palermo ed eseguito dai Carabinieri lo dimostra: la lotta alla mafia non conosce sosta. A chi chiede di attenuare o eliminare il regime 41 bis rispondiamo con un secco no. Alla prova dei fatti, il cosiddetto "carcere duro" dimostra la sua irrinunciabile utilità, a vantaggio della qualità della democrazia e della sicurezza del nostro Paese. Mafiosi e terroristi sono avvisati: dal governo non ci saranno passi indietro». Lo ha dichiarato il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari.
Minardo: il blitz di Palermo dimostra che la lotta alla mafia è tecnologica
«La brillante operazione antimafia condotta dal comando provinciale dei carabinieri guidato dal generale Luciano Magrini e dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo ci racconta come la lotta a Cosa Nostra sia ormai anche una lotta tecnologica». Lo dice il presidente della commissione Difesa della Camera Nino Minardo. «Dalle indagini - continua - sta chiaramente emergendo come le organizzazioni criminali abbiano cominciato a servirsi dell’innovazione tecnologica per coordinarsi e mantenere controllo del territorio e traffici illeciti. E’ necessario che Forze dell’Ordine e Magistratura abbiano risorse e mezzi per contrastare questa Mafia 3.0» conclude.
Lollobrigida: gli arresti testimoniano la determinazione dello Stato
«Un colpo durissimo a cosa nostra: oltre 180 arresti in un’operazione straordinaria dei Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo. Un risultato che testimonia la determinazione dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata». E’ quanto afferma il ministro dell’agricoltura dell’Italia Francesco Lollobrigida
Addiopizzo: abbiamo assistito chi ha scelto denuncia
«I più importanti mandamenti mafiosi di Palermo e dell’hinterland, per estensione e concentrazione di attività economiche, sono stati ancora una volta colpiti dal lavoro significativo dei magistrati della Procura di Palermo e dagli investigatori dell’Arma dei Carabinieri. Tra i molti che, purtroppo, pagano le estorsioni, c'è invece chi nel settore dell’edilizia, supportato e accompagnato da Addiopizzo alla denuncia, ha trovato la forza e il coraggio di opporsi a minacce e condizionamenti di Cosa nostra». Lo rende noto la stessa associazione antiracket.
Sos impresa: maxi blitz duro colpo alle cosche
«Sos Impresa» plaude alla Procura di Palermo, diretta da Maurizio De Lucia, e al Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri, diretto dal generale Luciano Magrini, per la maxi operazione antimafia. «Un altro serio e duro colpo sferrato alle fondamenta mafiose - afferma Matteo Pezzino, presidente di Sos Impresa Sicilia -. Questa operazione dimostra, sia il persistente radicamento della mafia a Palermo, sia la capacità dello Stato di contrastarla con continuità, creando grandi difficoltà alle famiglie mafiose, costrette, pur di resistere, a riorganizzarsi, a cercare nuovi adepti, a sperimentare nuove tecnologie. Accanto all’opera della magistrati e delle forze dell’ordine, però, occorre che scendano in campo tutte le forze sane di Palermo, a cominciare da imprenditori e commercianti».
Il comandante dei carabinieri Magrini: scoperte 50 estorsioni ma poche denunce
«In questi due anni di indagini, iniziate nel 2023, abbiamo registrato 50 tra estorsioni consumate e tentate ai danni di operatori commerciali. Solo in pochi casi abbiamo avuto riscontro attraverso le denunce che sono state presentate. Questo dimostra che la mafia è presente nel territorio e l’operatore commerciale teme il ricorso alla giustizia. Ritengo se su questo settore si debba lavorare molto e questo non può solo passare attraverso il lavoro delle forze della polizia». Lo ha detto Luciano Magrini comandante provinciale dei carabinieri di Palermo nel corso della conferenza stampa sugli arresti nell’operazione antimafia della scorsa notte.
Il procuratore Maurizio de Lucia: cosa nostra vorrebbe tornare alla commissione provinciale
«Cosa nostra vorrebbe tornare alla commissione provinciale, ma non riesce a ricostituirla». Lo ha detto il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia a proposito dell’inchiesta che oggi ha portato a 181 arresti. I boss palermitani non hanno accantonato il vecchio sogno, dunque. «Cosa nostra continua a esercitare il suo fascino in certi ambienti come le borgate in cui i giovani hanno alternative di vita limitate e si identificano in rappresentazioni di potenza di cui ancora gode la mafia. Nell’indagine di oggi sono coinvolti moltissimi giovani e su questi dobbiamo essere particolarmente attenti. Come siamo attenti ai vecchi capi che tornano, dobbiamo stare attenti a chi viene reclutato oggi, cioè al futuro della mafia», ha detto de Lucia.
Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla: grazie ai carabinieri per l'operazione antimafia
«Rivolgo il mio sentito apprezzamento al comando provinciale dei carabinieri, alla direzione distrettuale antimafia e alla procura della Repubblica di Palermo per l’imponente blitz che ha dato oggi un colpo storico a quella mafia che cerca di riorganizzarsi nei diversi quartieri di Palermo e in provincia. L’operazione di oggi svela una Cosa nostra che utilizza le nuove tecnologie e si arricchisce, soprattutto, grazie al traffico di stupefacenti e alle estorsioni. Per queste ragioni, il ringraziamento dell’amministrazione comunale va alle forze dell’ordine, alla magistratura e agli organi investigativi per l’'instancabile impegno nella lotta alla criminalità organizzata». Lo dice il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.
La premier Meloni: a Palermo un colpo durissimo a Cosa Nostra
«Un’operazione straordinaria dei Carabinieri del comando provinciale di Palermo ha portato oggi all’arresto di oltre 180 persone, tra cui diversi boss, infliggendo un colpo durissimo a Cosa Nostra. Un risultato che conferma l’impegno incessante dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata». Lo afferma la premier Giorgia Meloni sui social.
Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo: il sistema di alta sicurezza in mano alla criminalità
«Da questa straordinaria indagine della Procura di Palermo viene fuori un dato allarmante: l'estrema debolezza del circuito penitenziario di alta sicurezza che dovrebbe contenere la pericolosità dei mafiosi che non sono al 41 bis. L’inchiesta di Palermo mostra chiaramente, confermando quanto emerso in altri contesti investigativi, che il sistema di alta sicurezza è assoggettato al dominio della criminalità». Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo durante la conferenza stampa sul blitz antimafia che ha portato in cella 181 persone. "E' un tema delicato che deve aprire una riflessione profonda», ha aggiunto.
Il procuratore Maurizio de Lucia: cosa nostra è ancora vitale, ma lo Stato reagisce
«Le indagini che hanno portato agli arresti di oggi dimostrano che Cosa nostra è viva e presente e dialoga con canali comunicativi assolutamente nuovi, fa affari e cerca di ricostituire il suo esercito». Lo ha detto il procuratore di Palermo Maurizio de Lucia alla conferenza stampa in cui i magistrati e i carabinieri stanno illustrando i particolari del blitz antimafia che ha portato a 181 arresti. «L'operazione fa seguito ad altri interventi che confermano la vitalità della mafia, ma anche la capacità di reazione dello Stato che continua a lavorare pur nella carenza di uomini, in Procura mancano 13 sostituti e un aggiunto». De Lucia ha ringraziato la procuratrice aggiunta Marzia Sabella che ha coordinato l’inchiesta.
Il procuratore Maurizio de Lucia: la mafia cerca di ricostituire il proprio esercito
Il procuratore Maurizio de Lucia: la mafia cerca di ricostituire il proprio esercito
In corso la conferenza stampa sul maxi blitz
In corso la conferenza stampa sul maxi blitz presso il Comando Provinciale di Palermo alla presenza del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e del Procuratore Capo della Repubblica di Palermo.
Schifani: grazie alla procura e ai carabinieri per il maxi blitz
Il più sentito compiacimento per l'imponente blitz antimafia condotto oggi a Palermo, che ha portato all’esecuzione di 183 provvedimenti restrittivi, è stato espresso dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. «Si tratta - sottolinea- Schifani - di un colpo durissimo alle organizzazioni criminali che continuano a minacciare la sicurezza e il futuro della nostra terra. Voglio rivolgere un sincero ringraziamento alla Procura di Palermo e all’Arma dei Carabinieri per la dedizione e la professionalità dimostrate in questa operazione di altissimo livello. Il loro instancabile lavoro è la testimonianza concreta dello Stato che agisce con fermezza per liberare la Sicilia dal giogo della criminalità organizzata. E’ la conferma, ancora una volta, - conclude - che la lotta alla mafia non conosce tregua e che le istituzioni sono unite e determinate nel contrastare ogni forma di illegalità».
Settanta indagati stanno lasciando la caserma Carini a Palermo
Settanta indagati stanno lasciando la caserma Carini a Palermo. E' in corso il trasferimento al carcere Pagliarelli.
Gli elicotteri sorvolano ancora i cieli di Palermo
Gli elicotteri sorvolano ancora i cieli di Palermo. Complessivamente sono impegnati - con la copertura aerea di un elicottero del 9 Elinucleo di Palermo - 1.200 carabinieri circa dei Comandi Provinciali della Sicilia, del Reparto Anticrimine del ROS di Palermo, con il supporto dei «baschi rossi» dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, del 12 Reggimento «Sicilia», del 14 Battaglione «Calabria» nonché di altre componenti specializzate dell’Arma.
Decine di parenti degli indagati fuori dalla caserma dei carabinieri
Fuori dalla caserma Giacinto Carini, sede del comando provinciale dei carabinieri di Palermo, in piazza Verdi ci sono decine di parenti dei 183 arrestati questa notte nell’ultimo blitz antimafia della Dda. Nella caserma sono stati portati gli indagati dopo l’esecuzione delle ordinanze cautelari e dei fermi. La caserma è presidiata dai militari dell’Arma.
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