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Un pettine e biancheria intima: nuovi reperti per la strage di Altavilla

Gli investigatori non scartano l’ipotesi che nella villetta ci fossero altre persone oltre agli indagati

Strage di Altavilla Milicia

Ci sono ancora alcuni punti oscuri nella strage di Altavilla Milicia: uno su tutti, l’eventuale presenza di altre persone nella casa degli orrori. Gli investigatori stanno cercando di approfondire se esistano altre responsabilità di personaggi rimasti finora nell’ombra oltre a quelle di Giovanni Barreca, della figlia minore e di Sabrina Fina e Massimiliano Carandente, accusati di avere ucciso Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emanuel, di 16 e 5 anni al culmine di un esorcismo che sarebbe dovuto servire a liberarli dal demonio. Nel bilocale della coppia, in via dell’Arancio a Sferracavallo, sono stati sequestrati una serie di oggetti definiti di grande interesse per le indagini. Tra questi ci sono uno zaino, cinque paia di slip alcuni dei quali da uomo, quattro paia di calzini di cotone corti e un pettine di plastica: su di essi gli esperti stanno effettuando i test biologici sui reperti per ricostruire la dinamica di quanto è avvenuto all’interno della villetta degli orrori di Altavilla Milicia ma anche per individuare «la partecipazione dei singoli soggetti, oltre a quella di eventuali terzi», a conferma che nulla è dato per scontato.

Nei prossimi giorni dovrebbero essere consegnati gli esiti delle verifiche eseguite sul telefono della diciassettenne, che dovrebbe essere interrogata prima di Pasqua, e quelle su cellulari e computer degli indagati. Fina ha chiesto più volte di raccontare la propria verità davanti ai magistrati, così come Carandente che martedì incontrerà il sostituto processuale, nominato dall’avvocato Marco Rocca, per confermare la sua disponibilità ad essere sentito dai magistrati di Termini Imerese. Anche in questo caso gli incontri potrebbero essere fissati prima delle feste se gli accertamenti tecnici arriveranno entro la prossima settimana. Intanto il fratello di Sabrina ha inviato una diffida a tutte le testate giornalistiche per tutelarla «ritenendola innocente da ogni accusa mediatica» e di «affidarsi al corso della giustizia» salvo poi intervenire nel corso della trasmissione Pomeriggio 5 rivelando alcuni particolari della sua vita e di della sorella. Ha svelato che sarebbero stati adottati e di avere attraversato «tante situazioni non belle, di violenze subite, fisiche, mentali e psicologiche» sia dalla famiglia d’origine che nell’orfanotrofio.

Esperienze che avrebbero reso la donna fragile al punto da spaventarsi alla visione del sangue e dei morti: «La chiamavamo Scantulina (paurosa, ndr) perché aveva paura di qualsiasi cosa». Su Carandente ha detto di essere stato al corrente che fosse «un tipo religioso» anche se «non un fanatico o un maestro come viene definito», affermando che non avrebbe «potuto agire in quella maniera a causa dei suoi problemi fisici.

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