Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Omicidio a Palermo, la vittima era un fedelissimo del boss Lo Nigro

Giancarlo Romano era stato indagato per il favoreggiamento, avrebbe aiutato «'u Ciolla» a riprendersi il controllo del giro di droga allo Sperone

Sparatoria allo sperone un morto e un ferito i due si sarebbero affrontati a colpi di arma da fuco tra le case popolari in via XXVII Maggio Palermo, 26 febbraio 2024 ANSA/IGOR PETYX

Prende corpo la pista del delitto legato al controllo dello spaccio di droga. Giancarlo Romano, 37 anni, la vittima, e Alessio Salvo Caruso, 29 anni, ferito, sono personaggi noti nell’ambiente e agli inquirenti

Romano era stato indagato per il favoreggiamento del boss Antonino Lo Nigro, detto «‘u ciolla», il boss accusato di essere «elemento di vertice della famiglia mafiosa di Corso dei mille». Lo Nigro tra quelle strade è un nome che conta. È il cugino di Cosimo Lo Nigro, che aveva fatto parte del commando che uccise don Pino Puglisi e che organizzò le stragi del 1993. La sua scalata nelle gerarchie criminali sarebbe stata dettata dalla capacità di trafficare grossi quantitativi di hashish e cocaina. E «'u Ciolla», subito dopo la scarcerazione del 24 aprile 2020, «riprendeva il territorio».

Proprio nel suo ritorno dopo il carcere, Giancarlo Romano sarebbe stato «uno dei suoi più fidati collaboratori» e gli avrebbe dato una mano «a riprendersi il territorio», come riportano le carte di un’inchiesta che nel 2022, dopo un blitz che portò a 31 arresti, puntò a ricostruire i rapporti e le frizioni interne per la guida della famiglia mafiosa di corso Dei Mille. Nei confronti di Romano non furono adottati provvedimenti cautelari in quella circostanza.

È noto alle cronache per precedenti di droga anche Caruso,  finito sotto i ferri nel vicino ospedale di via Messina Marine, il Buccheri La Ferla.

Caricamento commenti

Commenta la notizia