Il professore Alfredo Caputo, responsabile del reparto di Endocrinologia oncologica dell’ospedale Cervello, è stato operato e sta bene. Dopo l’aggressione subita ieri, è stato immediatamente trasportato al Pronto soccorso della stessa struttura ospedaliera, dove ha ricevuto le prime cure. «Ha riportato ferite alla testa, all’orecchio, al collo, una frattura scomposta al braccio e gravi lesioni ai tendini», ha raccontato ai nostri microfoni Roberto Colletti, direttore generale dell’ospedale Cervello. Dopo le prime medicazioni, è stato poi trasferito al reparto di Chirurgia plastica, dove è stato operato: scongiurata fortunatamente la perdita dell’uso di due dita, provocata dalla grave lesione ai tendini.
Per i colleghi e lo stesso direttore generale non vi è alcun dubbio, l’aggressione è stata premeditata: tutto sembra risalire a circa un mese fa, quando l’aggressore si era rivolto al professore Caputo per la prescrizione di un farmaco speciale che gli era stato consigliato a Milano. Prescrizione alla quale il medico si era opposto: l’iter infatti prevede che prima della prescrizione vengano effettuati dei nuovi esami e dei controlli. Una proposta non gradita dall’uomo, che un mese dopo (ieri 21 febbraio, ndr) è tornato alla carica, questa volta con ben altre intenzioni: mentre Caputo parlava al telefono all’esterno del reparto che dirige, l’uomo lo ha aggredito alle spalle con quello che è sembrato essere un tirapugni - ma non si esclude la possibilità che potesse essere un coltello - cominciando a colpire ripetutamente il professore Caputo.
«Il professore è ferito soprattutto nel morale - spiega Colletti - a fronte di una attività di conforto per i pazienti uno si ritrova aggredito immotivatamente. Oggi sono andato a trovarlo in ospedale, dove starà ancora qualche giorno, e il suo unico pensiero va a quei pazienti che oggi non potranno essere visitati». Colletti ha poi spiegato quelli che sono i sistemi di sicurezza, «abbiamo le telecamere in ogni reparto, i vigilantes, ma è assurdo che in un ospedale si debba pagare per vigilare sui medici». «Purtroppo credo sia un malessere generalizzato - dice Francesco Pizzo, paziente del pronto soccorso - lo si vede ogni giorno con queste risse tra giovani, furti. Certo, queste notizie hanno più eco, ma c’è un disagio importante».
«Piove sul bagnato. Dobbiamo registrare, ancora una volta, un’aggressione nei confronti di medici ed in particolare di un collega che svolge il proprio lavoro con impegno e grande professionalità». Lo dichiara, in una nota, il segretario regionale della Cimo Sicilia Giuseppe Bonsignore. «Da tempo chiediamo di garantire in ambito ospedaliero la massima sicurezza nei luoghi di lavoro per medici e infermieri, attivando sistemi di videosorveglianza tecnologicamente avanzati, garantendo servizi di portierato in tutti gli ingressi ospedalieri ma dobbiamo constatare mestamente che tali richieste destano poco interesse nelle istituzioni preposte. Ieri si è sfiorata una tragedia, il collega ha rischiato di morire, questo è inammissibile. Nei prossimi giorni, insieme alle altre organizzazioni sindacali, valuteremo iniziative per sensibilizzare anche l’opinione pubblica su questo gravissimo problema e, soprattutto, le istituzioni».
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