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Il medico aggredito in corsia a Palermo, giovane di Sciacca indagato con l’accusa di tentato omicidio

Identificato dalla polizia l’autore del raid al Cervello: è un 23enne incensurato. Per gli investigatori era andato in ospedale per uccidere

All’ospedale è andato per uccidere. Adesso, a scriverlo nero su bianco, sono anche gli inquirenti che gli contestano il reato di tentato omicidio. La polizia ha individuato nel suo appartamento  il giovane di 23 anni, nato a Sciaca,  che mercoledì scorso ha brutalmente aggredito Alfredo Caputo, responsabile del reparto di Endocrinologia oncologica dell’ospedale Cervello, rimasto vivo per miracolo. Gli agenti hanno perquisito la casa in provincia di Agrigento sequestrando indumenti e un hard-disk. Gli avvocati saccensi Giovanni Forte e Giuseppe Tramuti hanno parlato col giovane ma al momento non si sbilanciano. «Posso solo dire – dice Tramuta - che il mio cliente ha frequentato l’ospedale Cervello. Non posso dire altro, io e il mio collega stiamo attendendo l’esito delle indagini che sono in corso». I legali fanno sapere, inoltre che il giovane è incensurato. Ma come Caputo ha raccontato al Giornale di Sicilia «ha mostrato, nelle uniche due volte in cui ci siamo visti, un atteggiamento aggressivo, tant’è che non l’ho mai visitato da solo».

Ieri il primario ha commentato così l’ipotesi di reato contestata al suo aggressore: «Ritengo sia la più corretta perché io ho rischiato di perdere la vita. Se il taglio al livello dell'orecchio fosse stato solo più basso sarei morto. L'ipotesi più probabile è che abbia tentato di uccidermi». Quello che colpisce Caputo è la giovane età del ragazzo: «Se ci rifletto un attimo penso solo sia terribile. Un giovane che in teoria rispetto agli adulti dovrebbe avere un rapporto più aperto, più corretto, più intelligente, va dal medico non per curarsi ma per ammazzarlo. Per fortuna non tutti i giovani sono così».

Il consigliere comunale Domenico Bonanno e il rappresentante degli specializzandi nel Senato accademico Giuseppe Alia hanno scritto al prefetto Massimo Mariani e al questore Maurizio Calvino per chiedere l'aumento del numero degli agenti in servizio negli ospedali contro «le sempre più frequenti aggressioni nei confronti di personale medico e sanitario». «Allo stesso tempo - aggiungono - abbiamo indirizzato il nostro appello ai commissari straordinari delle aziende ospedaliere della città ma anche al presidente della Regione Renato Schifani e all’assessore alla Sanità Giovanna Volo per chiedere loro ogni sforzo utile per reperire e stanziare ulteriori risorse da destinare esclusivamente per l’incremento della sicurezza e delle attività di controllo all’interno dei vari presidi sanitari»

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