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Silenzio sulla strage di Altavilla, Barreca e la coppia di predicatori tacciono davanti al gip

Il legale: «Non si rende conto di quel che è accaduto. Mi ha ripetuto che vuole bene alla sua famiglia». Massimo Carandente e Sabrina Fina, gli altri due indagati, si professano innocenti

Silenzio sulla strage. Non parla Giovanni Barreca, il marito-killer. Tacciono pure Massimo Carandente e Sabrina Fina, i due predicatori palermitani accusati di avere avuto un ruolo nel massacro di Altavilla Milicia. Tutti e tre si sono avvalsi della facoltà di non rispondere questa mattina nel corso dell’udienza di convalida del fermo davanti alla gip di Termini Imerese, Valeria Gioeli.

L’accusa, rappresentata dal sostituto Manfredi Lanza della procura della repubblica di Termini Imerese, ha chiesto la convalida del provvedimento e la conferma della custodia cautelare in carcere per i due, accusati di omicidio plurimo e soppressione di cadavere. Il gip anche in questo caso, così come per Giovanni Barreca, marito e padre delle tre vittime del triplice omicidio nella casa di Altavilla Milicia, si è riservato la decisione.

Barreca non è pentito e non capisce cosa è accaduto

«Il mio cliente, che oggi si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia, è sotto choc. Non si rende conto di quel che è accaduto. Mi ha ripetuto che vuole bene alla sua famiglia». Lo ha detto, al termine dell’udienza di convalida dei fermi, l’avvocato Giancarlo Barracato (nella foto), il legale di Giovanni Barreca. «Nell’abitazione in cui sono avvenuti i fatti - ha aggiunto - continuano gli accertamenti. Avremo modo nei prossimi giorni di capire meglio. Barreca - ha spiegato - sembra non capire quel che è successo. È una persona profondamente provata. Mi ha raccontato cose della sua famiglia e sostiene di aver fatto gli interessi dei suoi cari». Secondo il legale, «non si può parlare di pentimento proprio perché non capisce cosa è accaduto. Sorvola sui fatti».

Carandente ha riferito di essere stato minacciato e intimidito in carcere

Al termine dell’udienza i legali Vincenzo e Sergio Sparti, che difendono Carandente e Fina, hanno detto: «Confermiamo che i nostri assistiti si dichiarano innocenti. C’era una conoscenza con Giovanni Barreca - hanno detto - c’è una presenza direi totalizzante della religione nella loro vita».

«I nostri clienti sono in isolamento. Carandente ha riferito di essere stato minacciato e intimidito in carcere. Entrambi si dicono innocenti». Lo riferiscono Sergio e Vincenzo Sparti, gli avvocati di Massimo Carandente e Sabrina Fina. «Sono molto religiosi, la fede è totalizzante per loro - spiegano gli avvocati - e sono molto provati».

La coppa ammette di aver conosciuto Barreca, ma sostiene che si tratti di una conoscenza molto recente. «C’è un fervore religioso totalizzante in loro - aggiungono - ma bisogna capire alcune cose, al momento non siamo entrati nel dettaglio dei fatti».

Sabato le autopsie

Sabato sui corpi dei due fratellini e sui resti della madre, uccisa, bruciata con vestiti e suppellettili in una sorta di rito di purificazione e sotterrata vicino casa, verranno eseguite le autopsie. Secondo quanto emerge dalle indagini dei carabinieri i ragazzini, trovati incaprettati con delle catene, sono stati soffocati con una sciarpa e, prima, seviziati. Ieri dalla casa di Altavilla in cui i Barreca vivevano sono stati sequestrati degli attizzatoi del camino che potrebbero essere stati usati dai tre assassini per infierire sui fratelli. Per evitare che si sentissero le urla delle vittime, ai ragazzini è stato infilato in bocca uno straccio. Kevin ed Emanuel dovrebbero essere stati uccisi venerdì. La madre qualche giorno prima, anche se al momento non è stato ancora possibile stabilire la data esatta della morte.

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