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La mafia, gli incendi e lo stupro di Palermo: la preghiera di Lorefice nella notte dell'Acchianata

Sono le ferite recenti che colpiscono la città cui l'arcivescovo ha fatto riferimento durante il cammino verso il Santuario di Santa Rosalia

La mafia, gli incendi e l'orrore dello stupro di Palermo al centro della preghiera che l'arcivescovo di Palermo ha rivolto nella notte alla città, in occasione dell'Acchianata di Santa Rosalia.

Sono le ferite recenti che colpiscono la città cui l'arcivescovo ha fatto riferimento durante il cammino verso il Santuario di Santa Rosalia: “Salgo con voi, cammino con voi, per chiedere alla nostra Santuzza, perdono”.

Poche ore prima Lorefice aveva parlato con estrema chiarezza dei dolori di Palermo: «Chi compie il male è insensibile alla sofferenza umana. Diventa imprenditore e propagatore compiaciuto di sofferenza. Questo è la mafia, questo sono gli uomini e le donne delle organizzazioni mafiose. Questo sono i piromani che appiccano il fuoco devastatore della nostra martoriata Sicilia. Questo sono i sette stupratori della ragazza dilaniata nel corpo e nell’anima al Foro Italico: giovani accomunati dal delirio di “onnipotenza virile”, scatenatosi su una donna trattata come mera "carne" da preda».

«Sentiamo particolarmente vicina Santa Rosalia, con la città segnata duramente da tanti eventi. Penso ai giovani, alle droghe che si diffondono, agli incendi, il mio pensiero va a chi vive in sé il dramma di essere stata pensata come preda di giovani che credono di trattare il corpo delle donne come mezzo, come strumento. Viene violentata la Santuzza, la nostra Santa Rosalia, la nostra patrona. Io salgo con il cuore che chiede anche perdono».

 

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