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Palermo, parla la mamma della bambina caduta dal balcone: «Ora seguirò la fase della riabilitazione»

Intervista alla signora Evelin, che quel 28 luglio era fuori casa per un colloquio di lavoro: «Sono stati giorni terrificanti e c'è ancora tanta strada da fare». La piccole disegna e fa 4 (i suoi anni) con la manina

Don Ugo Di Marzo davanti alla palazzina di corso dei Mille

«In pochi secondi mi è passata davanti tutta la sua vita. Sono stati giorni bruttissimi, per fortuna adesso mia figlia si sta riprendendo. Ma c’è ancora tanta strada da fare prima che si ristabilisca completamente».

È finalmente sorridente Evelin, la mamma della bimba di 4 anni che il 28 luglio era caduta da un balcone al primo piano di una palazzina in corso dei Mille, a Palermo, finendo in coma all’ospedale Di Cristina. Dopo il dramma che ha vissuto, Evelin era distrutta dal dolore, irriconoscibile per le lacrime versate e per i pensieri terribili che potesse accadere qualcosa di brutto al suo angioletto. Ora è tutto cambiato: accanto al parroco della chiesa di Maria Santissima delle Grazie in Roccella, don Ugo Di Marzo («Il ponte di preghiere da Roccella a Lourdes funziona», ha detto), dà l’impressione di essere serena anche perché la piccola parla, dice «mamma» e, ancora sul lettino dell’ospedale, ha cominciato a disegnare con i pennarelli, e fa quattro, come i suoi anni, con la manina.

E domani un nuovo cambiamento: la piccola dovrebbe essere trasferita con un volo, allestito per l’occasione, all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Palidoro, nei pressi di Roma, uno dei punti di riferimento e più attrezzati per la riabilitazione dopo incidenti di questo genere. Un passaggio fondamentale per il pieno recupero delle funzionalità motorie anche se, sullo sfondo, c’è sempre la battaglia legale con l’ex marito che invece la vorrebbe affidare alle cure dei medici tedeschi. La bimba, infatti, è figlia di genitori separati: il papà, che lavora in Germania, è tornato per starle vicino mentre mamma Evelin con le altre due sorelline di 9 e 11 anni, vive in città da poco più di un anno assieme ai genitori, nell’appartamento di corso dei Mille che si trova vicino alla chiesa.

Un mese di paura, adesso la bimba è fuori pericolo. Che momento sta vivendo?

«Il mio unico pensiero è rivolto a lei, al mio angelo. Non mi interessa altro. Adesso è importante che segua la riabilitazione al Bambino Gesù, la seguirò passo passo, non mi staccherò da lei un attimo, così come ho fatto da quando è successo questa tragedia. Poi, quando torneremo, ci sarà il tempo per ricominciare. I primi giorni dopo la caduta sono stati terrificanti, rispetto a un mese fa ora va meglio. I progressi sono evidenti, ha reagito, dice qualche parolina, riconosce tutti e capisce quello che accade attorno a lei ma so benissimo che il percorso per la guarigione sarà lungo e complicato».

La bimba si era sporta dal balcone, precipitando e battendo la testa sull’asfalto quando c’era solo la nonna ad accudirla, un fatto accidentale perché pochi minuti prima, lei era uscita per un colloquio di lavoro.

«È stato un incidente. Ero appena uscita, perché sto cercando un lavoro e quel giorno avevo un appuntamento. Quando mi hanno telefonato per avvisarmi, non ho capito più nulla. Le sorelline erano assieme, mia mamma si è allontanata per andare in bagno e forse la piccola si è affacciata. Non lo so, non ero lì, sono mancata meno di un’ora…».

Quel maledetto 28 luglio sembra ormai lontanissimo...

«Da domani comincia la fase di recupero ed è questo ciò che conta per il momento. Poi, ovviamente, dovremo pensare al futuro. Ma per ora sono concentrata sulla mia bambina, spero e voglio che stia bene e che non abbia problemi. Ma lei è una vera guerriera, ce la farà».

Accanto a lei ci sono stati i medici dell’ospedale Di Cristina che, oltre a non fare mancare il loro sostegno, hanno lavorato con grande professionalità.

«Non posso che ringraziarli, sono stati davvero meravigliosi. In loro ho trovato un’altra famiglia, fin dal primo momento ci sono stati vicini e l’hanno curata con amore. Sono stati loro a trovare il centro di riabilitazione. È stato un vero e proprio miracolo».

Anche la Chiesa di Maria Santissima delle Grazie l’ha sostenuta, in particolare il parroco don Ugo Di Marzo è stato fondamentale in questi giorni difficili.

«Ho sentito l’amore di tutti e padre Ugo, in particolare ci ha aiutato tantissimo sia sotto il profilo morale che concretamente. Durante il ricovero della bimba, le sorelline hanno partecipato al tempo d’estate e alle altre attività della parrocchia. È un altro miracolo che abbiamo ricevuto, ne abbiamo avuti tanti in questo periodo. Ma anche la scuola e la mia famiglia ci hanno sostenuto, attorno a noi si è creata una catena meravigliosa».

Nella foto don Ugo Di Marzo davanti alla palazzina di corso dei Mille

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