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Il prof palermitano pluripremiato: «Dobbiamo guidare gli studenti verso relazioni basate sulla reciproca considerazione»

Lettera aperta al mondo della scuola di Leonardo Durante, originario di Brancaccio e insegnante a Roma. Riflessioni che prendono spunto dalla vicenda della violenza di gruppo nella sua città

L’hashtag è #noviolenza. Cresce l’allarme emergenza educativa tra i giovani. A porsi domande sono soprattutto i genitori, i docenti, gli educatori, soprattutto dopo il caso della violenza di gruppo a Palermo. Oggi a lanciare un appello è il professore Leonardo Durante, orgogliosamente originario di Brancaccio, laureato in ingegneria elettronica a Palermo, che vive e insegna Sistemi Automatici e Controlli all’istituto superiore Enrico Fermi di Roma. JaItalia lo ha premiato, nel 2016, come miglior professore del Lazio e nel 2020 gli ha conferito il Lifetime Achievement Award. La Varkey Foundation lo ha inserito nella classifica dei 50 migliori professori al mondo, unico italiano al Global Teacher Prize, prestigioso riconoscimento alla carriera. Le sue riflessioni sulla Violenza di Genere e l'Urgente Necessità di Educazione sono contenute in una lettera indirizzata ai colleghi e alla comunità.

«Mi rivolgo a voi con una profonda inquietudine e amarezza alla luce dell'evento tragico che ha scosso la nostra città di Palermo, mettendo in evidenza l'urgente necessità di affrontare la questione della violenza di genere attraverso un'educazione mirata e sistematica. Questo episodio triste e scioccante ci impone di considerare attentamente le radici sociali di tali manifestazioni e ci invita a promuovere una risposta educativa che possa contribuire al cambiamento. La persistenza di atti di violenza di genere nella nostra società è un richiamo per rafforzare il nostro impegno a educare le future generazioni in modo che possano sviluppare una comprensione profonda dei principi di uguaglianza, rispetto e dignità umana. In quanto educatori, abbiamo la responsabilità di guidare i nostri studenti verso un apprezzamento consapevole della diversità e verso la costruzione di relazioni basate sulla comunicazione e sulla reciproca considerazione».

Un appello accorato affinché ciascuno faccia la sua parte. «La violenza di genere – scrive Leonardo Durante - non può essere affrontata semplicemente come un problema individuale, ma come una questione sistemica che richiede un approccio olistico. Dobbiamo favorire la creazione di programmi educativi che si estendano oltre le pareti delle aule e coinvolgano le famiglie, le istituzioni e la comunità nel suo complesso. Questi programmi dovrebbero puntare a sviluppare le capacità socio-emotive degli individui, incoraggiando l'empatia, il rispetto per la diversità e la consapevolezza critica delle dinamiche di genere. L'educazione rappresenta la chiave per spezzare il ciclo di violenza di genere. Dobbiamo insegnare ai giovani che la vera forza risiede nella costruzione e nella preservazione di relazioni sane, basate sulla fiducia e sul rispetto reciproco. Dobbiamo aiutarli a comprendere che le differenze di genere non devono essere motivo di discriminazione o violenza, ma una ricchezza da cui imparare e crescere insieme».
Ripartire dal confronto per imboccare la strada giusta. «È altresì fondamentale – aggiunge il docente - incoraggiare dialogo aperto e il sostegno alle vittime di violenza di genere. In un contesto educativo, dobbiamo creare uno spazio sicuro in cui gli studenti possano esprimere le loro preoccupazioni, porre domande e cercare supporto senza timore di giudizio. Questo contribuirà a rompere il silenzio che spesso avvolge tali tematiche e a favorire una maggiore consapevolezza».
Una lezione di vita che parte dai banchi di scuola. «Come docenti – evidenzia il docente - abbiamo il privilegio e la responsabilità di plasmare le menti giovani e influenzare la società futura. È nostro compito collettivo promuovere un cambiamento culturale che ponga fine alla violenza di genere. Questo richiede sforzi congiunti da parte di scuole, famiglie, istituzioni e media. Mi rivolgo quindi a voi, docenti, famiglie, media, istituzioni, con la speranza che possiamo impegnarci attivamente nella promozione di una cultura di rispetto e uguaglianza di genere attraverso l'educazione. Solo attraverso un impegno coeso e duraturo potremo aspirare a un futuro in cui la violenza di genere sia una triste pagina di storia, superata dalla luce dell'istruzione e del cambiamento sociale».

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