Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Cristina Lanzarone, psicoterapeuta: «Ecco come la ragazza violentata dovrà affrontare il trauma interiore»

«Un’aggressione di tale violenza ha come conseguenza la sfiducia interpersonale, la possibilità di una reintroduzione nel mondo delle relazioni sarà un tema fondamentale della cura»

Un’aggressione segnata dalla violenza, da un branco che, «sordo» a ogni grido di terrore, si scaglia contro la vittima. Una violenza che prende forma in un atto orribile e tutto questo in una ragazza scava, inevitabilmente, un solco profondo. L’essere vittima di violenza sessuale da parte di un gruppo ha come conseguenza «la sfiducia interpersonale» e il percorso di recupero non è semplice.
Cristina Lanzarone, psicoterapeuta, è stata intervistata ieri sera a Tgs da Giuseppina Varsalona, nel corso del notiziario delle 13.50. Ha analizzato quelli che potranno essere i possibili effetti della violenza sulla ragazza e quello che invece dovrà essere il suo percorso di ripresa. Un itinerario irto di difficoltà, a maggior ragione per una persona che ha appena superato la fatidica soglia dei 18 anni.

Una violenza di gruppo cosa genera nella vittima, specialmente se ciò avviene ai danni di chi è in giovanissima età?

«Cambia, intanto, il modo di processare la realtà, per questa ragazza: perché è una giovane donna ma è ancora una bambina di fronte a quello che è il peggiore degli atti di violenza nei confronti dell’essere umano, che è lo stupro. Un atto di violenza commesso su una donna da un gruppo che chiaramente, nel momento in cui si trova insieme, comincia a funzionare secondo un modo della psiche che si chiama borderline, in cui si attiva il programma di rango per cui la vittima diventa la preda da sottomettere. E la cosa peggiore è che, oggi come oggi, tutto questo viene anche filmato con un distacco totale dall’altro, dalla vittima e dall’essere umano, che appunto non viene riconosciuto come tale».

Quali saranno gli effetti di questa violenza sulla diciannovenne?

«Gli effetti su lei saranno sicuramente gravi. Saranno quelli di un disturbo post-traumatico da stress, per il quale dovrà chiaramente trovare la cura necessaria per la rielaborazione del trauma, e in questo la psicoterapia per fortuna potrà aiutarla; però quello che è fondamentale per la vittima è che venga non soltanto riconosciuto il reato ma anche la possibilità di testimoniare la sua sofferenza e il suo dolore, perché la condizione di impotenza, di orrore alla quale è stata sottoposta, dovrà essere in qualche modo risarcita».

Com’è possibile ricominciare a vivere dopo un’esperienza del genere?

«Questo è il tema fondamentale. È chiaro che una simile azione, un’aggressione di tale violenza e di tale orrore, ha come conseguenza la sfiducia interpersonale e il riprendere questo tipo di valori, la possibilità di una sua reintroduzione nel mondo sociale, nel mondo delle relazioni, sarà un tema fondamentale della cura. Una cura che dovrà sicuramente intervenire e che già è cominciata, attraverso il fatto stesso di essere stata creduta e che i suoi aggressori siano stati arrestati. Per questo ci sarà quantomeno un inizio di risarcimento».

Nella foto il corteo del movimento Non una di meno contro la violenza sessuale

Caricamento commenti

Commenta la notizia