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Omicidio a Palermo, 31enne ucciso a colpi d'arma da fuoco. Fermato il padrone di casa

Aleandro Guadagna

Omicidio questa mattina in via Mulino, nella zona di Boccadifalco, a Palermo. Un 31enne, Aleandro Guadagna, è stato ucciso a colpi di arma da fuoco. Secondo le prime ricostruzioni, l’omicidio sarebbe avvenuto al termine di una lite, probabilmente per motivi economici relativi ad affitti non pagati. Dopo qualche ora di ricerca, i carabinieri hanno fermato il padrone di casa, 77 anni, e portato in caserma per essere interrogato. L'uomo è stato trovato nel quartiere Borgo Nuovo mentre girava in auto. A bordo è stato trovato un fucile. Il presunto
assassino è stato portato in caserma al comando della compagnia San Lorenzo per eseguire l’esame dello stub per accertare se vi siano o meno tracce di polvere da sparo nelle mani dell’anziano.

Ad allertare i soccorsi, stamattina, sono stati i familiari di Guadagna. In via Mulino 32 sono giunti i sanitari del 118 che hanno trovato il 32enne riverso in una pozza di sangue e non hanno potuto far altro che accertarne la morte e i carabinieri i carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale che hanno transennato la zona e avviato le indagini. Diversi i colpi d'arma da fuoco sparati verso la vittima. Dalle prime indagini sembrerebbe che quella di stamani fosse stata solo l'ultima di tante liti avvenute nell'ultimo periodo.

I carabinieri si sono messi subito sulle tracce dell'assassino, si sono subito recati nell'abitazione dell'uomo, non lo hanno trovato ma i familiari hanno raccontato che il presunto omicida avrebbe lasciato questa mattina, una lettera spiegando che stava andando a sistemare la questione degli affitti non pagati. Poi, il tragico epilogo.

La vittima, Aleandro Guadagna, era nota alle forze dell'ordine. Fece parte di un commando formato da tre persone che il 23 luglio del 2015 aggredì e rapinò in casa un non vedente, residente nella zona di Cruillas. Guadagna, allora 25enne e già gravato da precedenti di polizia per rapina, venne arrestato dopo due anni dal fatto. Si era finto postino, insieme ai complici, ed era entrato nell'abitazione di un disabile per rubargli denaro e gioielli. Grazie alle testimonianze, acquisite dai poliziotti, si era poi arrivati a Guadagna, e grazie ai riscontri scientifici e all’acquisizione di un'impronta papillare, risultata compatibile con quella del malvivente, era stato poi arrestato.

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