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Fra gli arrestati a Palermo c'è la moglie del boss assassinato Giuseppe Incontrera: «Aiutava il marito»

Maria Carmelina Massa è accusata, fra l'altro, di associazione mafiosa. Secondo l'accusa, partecipava alle riunioni, collaborava alla gestione della cassa del clan e forniva al coniuge consigli, dei quali l'uomo teneva conto

Il murales con i volti delle vittime e di altre personalità impegnate sul fronte della lotta alla mafia

I guai in casa Incontrera non sono finiti. Ucciso il padre Giuseppe e in carcere il figlio Salvatore, adesso tra gli arrestati dell’operazione Vento 2 c’è anche la moglie dell’uomo assassinato a Palermo lo scorso 30 giugno. Si tratta di Maria Carmelina Massa, di 42 anni. A lei, l’unica donna nell’elenco degli arrestati, sono stati applicati i domiciliari.

Nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari di Palermo, Filippo Serio, le viene attribuito un ruolo di partecipazione agli affari della cosca e non è a caso è accusata anche di associazione mafiosa (articolo 416 bis del codice penale). In particolare, le viene contestata la partecipazione all’attività del traffico di stupefacenti, «garantendo il rispetto delle regole del sodalizio mafioso». La donna è accusata di avere stabilmente aiutato il marito nella gestione dell’area di spaccio di piazza Ingastone, alla Zisa, a pochi passi dalla via Imperatrice Costanza, la strada in cui Giuseppe Incontrera è stato ucciso il 30 giugno. Per questo delitto è in carcere Salvatore Fernandez che si è consegnato perché braccato dai carabinieri e ha confessato l’omicidio commesso.

Ma non basta. Maria Carmelina Massa è accusata anche di avere fornito il proprio ausilio al marito nella gestione della cassa del sodalizio mafioso. Il ruolo di Giuseppe Incontrera, infatti, era di primo piano all’interno del mandamento, dal momento che gestiva il denaro delle famiglie, secondo la ricostruzione degli inquirenti venuta fuori con la prima Operazione Vento, quella del 6 luglio. La moglie non si limitava, secondo le accuse, a coadiuvare il consorte, anzi partecipava in prima persona alle riunioni con altri capimafia per lo scambio di informazioni e la programmazione delle attività criminali. Secondo l'accusa, Maria Carmelina Massa aveva non un approccio passivo, ovvero limitato ad ascoltare, ma consigliava al marito cosa fare, «offrendogli indicazioni operative precise», delle quali Giuseppe Incontrera teneva conto. Gli inquirenti contestano poi alla donna la partecipazione al traffico di droga in diverse fasi, dalla consegna degli stupefacenti al conteggio del denaro proveniente dallo spaccio fino alla preparazione e al confezionamento della droga in dosi da vendere al dettaglio.

In un caso, Giuseppe Incontrerà si trovò ad affrontare una consegna di droga inferiore rispetto al dovuto. «Ho perso cinque grammi di cosa... Non lo so... dico, giusto?», dice ai presenti, fra i quali l'autore della consegna, che assicura («Ti giuro ai bambini...») di averla portata «per come me l'hai data». A quel punto, l'intervento della moglie del boss, che consiglia al marito di «tagliare» la droga («Mettici il taglio nella cosa») al fine di aumentarne la quantità. E poi ammonisce l'autore della consegna: «Sì, però non deve più succedere, perché mio marito va sotto così».

Viene poi raccontato un episodio del 18 giugno 2019, giorno in cui Giuseppe Incontrera subisce un controllo ad opera della guardia di finanza. Non appena informata, la moglie, Maria Carmelina Massa, dà direttive ad una terza persona, parente della stessa, di «recarsi dove c'erano le cialde, prendere e fare sparire il borsello nonché prelevare dal suo giubbotto marca Colmar di colore verde i soldi ivi riposti», come si legge nell'ordinanza.

 

 

 

 

 

 

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