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Guardia di finanza, Quintavalle: «La mafia è radicata nelle imprese a Palermo e in tutta Italia»

Antonio Nicola Quintavalle Cecere, comandante provinciale della guardia di finanza di Palermo

«Oggi è stato inflitto dallo Stato un durissimo colpo agli interessi economici di Cosa Nostra. Il provvedimento di confisca eseguito è infatti una conferma della valenza probatoria delle complesse indagini patrimoniali svolte dalle fiamme gialle di Palermo, coordinate dall’Autorità giudiziaria, che hanno consentito di espropriare ad un imprenditore colluso con la mafia un impero economico quantificato in circa 150 milioni di euro costruito negli anni sotto l’ala protettiva di Cosa Nostra». Lo dice il generale Antonio Nicola Quintavalle Cecere, comandante provinciale della guardia di finanza di Palermo, commentando la confisca di beni all’imprenditore Carmelo Lucchese.

«È la dimostrazione - aggiunge - che la forza economica mafiosa è purtroppo radicata nella realtà imprenditoriale non solo locale, ma anche nazionale e con proiezioni internazionali. E ciò è dimostrato dai sequestrati patrimoniali operati dalla guardia di finanza di Palermo negli ultimi 2 anni, pari a circa 200 milioni di euro, ai quali si aggiungono provvedimenti di confisca per oltre 400 milioni di euro - sottolinea il generale Quintavalle -. Colpire gli interessi economici delle famiglie mafiose presuppone un lavoro investigativo faticoso, che richiede specifica competenza nello sviluppare indagini con le più sofisticate tecniche investigative e saper allo stesso tempo leggere cosa si nasconde dietro un’apparente regolarità contabile, finanziaria e patrimoniale. È un lavoro - chiosa il comandante provinciale della guardia di finanza di Palermo - che le Fiamme Gialle svolgono con passione e determinazione consapevoli che tanti servitori dello Stato sono stati colpiti dai sodalizi mafiosi proprio perché stavano investigando i loro patrimoni illeciti».

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