Prima che filtrassero i contenuti di quelle chat all’esterno, chi aveva l'interesse di «sventolare il vessillo della legalità» si sarebbe riunito per concordare ogni puntata di quello scandalo e farla passare come capro espiatorio di tutto. Si sarebbe difesa così la musicista Marianna Musotto nell’ultimo interrogatorio reso davanti al giudice per le indagini preliminari Clelia Maltese, incalzata dalle domande dei pm Andrea Zoppi e Claudio Ferrari. Dopo quel chiarimento messo a verbale dall’indagata, assistita dagli avvocati Toni Palazzotto e Fernando Rucci, il giudice ha deciso di revocare gli arresti domiciliari scattati il 12 marzo scorso. Carte, quelle dell’interrogatorio, con tanto di nomi e cognomi, coperte dal segreto e che potrebbero portare ora a una svolta nelle indagini.
Storia complessa, quella che si trascina dal 21 aprile dello scorso anno, quando sarebbe stato concretizzato il tentativo della corruzione con un’offerta di 50 mila euro, cioè il 10 per cento dell’appalto per una tournée di nove tappe nei teatri antichi in Sicilia per lo spettacolo Morricone suona Morricone a cui Musotto avrebbe preso parte come tromba solista. A denunciarla Raoul Russo, contattato come interlocutore per arrivare all’assessore regionale al Turismo, Manlio Messina. Russo, capo della segreteria particolare dell’esponente di Fratelli d’Italia, aveva prodotto ai carabinieri le chat e agli atti era finito pure lo screenshot su Telegram del messaggio a tempo che, invece, era stato registrato: «I progetti, come Miceli (Maurizio, coordinatore della provincia di Trapani di Fratelli d’Italia, ndr) sa, sono due. Uno che costa 50 mila euro in meno e quello che ti ha mandato Lanzillotta (Luigi, maestro dell’orchestra, ndr) che costa 50 mila euro in più dei costi reali. Il gruppo (Roma Sinfonietta, Morricone, Rendine) che ha realizzato questi progetti è di tutti i sostenitori di Fratelli d’Italia, e mette a disposizione 50 mila euro per chiunque vogliate voi. Cioè un plus di regalo. Tu puoi gestire questo plus a tuo piacimento... io sono solo un ambasciatore della cosa».
Dopo quel messaggio, Russo aveva interrotto ogni comunicazione con Musotto e attorno alla musicista s’era fatta terra bruciata sia per quanto riguarda i maestri musicisti con cui aveva collaborato (Luigi Lanzillotta e Sergio Rendine) sia con gli ambienti politici.
Prima, però, non era stato così e nell’interrogatorio Musotto sarebbe tornata spiegando rapporti e frequentazioni dietro all’azione per la quale, alla fine, era rimasta l’unica accusata. E ricostruendo anche il modo in cui arrivò direttamente all’assessore Messina, a cui l’aveva ricordato con un messaggio del 3 febbraio 2021. «E sa chi è stata a metterci in contatto? Ester Bonafede che voleva che ci incontrassimo per ciò che era accaduto alla Foss», era riportato in una chat fra Musotto e Messina prima di concordare un incontro di persona. Uno dei 17 messaggi audio di Musotto, per perorare i suoi progetti andati a vuoto, è inviato a «tale Ester (attualmente in corso di identificazione, è scritto nell’ordinanza, ndr) con il quale diceva: “Ester... Carolina mi ha scritto che... praticamente le gestisce Raoul Russo le cose... quindi... siccome a me non me ne fotte un cazzo di Raoul Russo... devi chiamarlo tu a Manlio Messina... per piacere... e gli dici che ci dobbiamo andare... pazienza... io.. non me ne fotte un cazzo di parlare con quella arancina con i piedi”». La trombettista in un messaggio non si dava pace per lo stop al progetto: «...non è giusto che dopo aver detto che lo avremmo fatto anche in forma ridottissima, degli artisti tutti innocenti paghino per un suggerimento dato da un politico romano».
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