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La tangente proposta alla Regione Siciliana, ai domiciliari la musicista palermitana Marianna Musotto

Marianna Musotto

Scattano gli arresti domiciliari per la 36enne musicista palermitana Marianna Musotto, indagata per il reato di istigazione alla corruzione. Il provvedimento, eseguito dai carabinieri, è stato emesso dal gip del tribunale di Palermo su richiesta della Procura. L’indagine, condotta dai carabinieri e coordinata dai pm, ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario a carico della musicista.

La vicenda è quella denunciata lo scorso ottobre dall'assessore regionale Manlio Messina. Nell’aprile del 2021 Marianna Musotto avrebbe inviato un messaggio, attraverso l’applicazione Telegram, ad un funzionario dell’assessorato al Turismo Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, il capo della segreteria particolare dell'assessore, Raoul Russo, che è anche , il coordinatore provinciale a Palermo di Fratelli d’Italia. Con il messaggio la musicista offriva, facendo riferimento a soggetti terzi non meglio identificati, la somma di 50 mila euro per l’approvazione di un progetto artistico (del valore complessivo di quasi 500.000 euro) per la realizzazione di un tour di concerti musicali da svolgere presso i più importanti parchi archeologici della Sicilia.

Secondo le indagini, la musicista Marianna Musotto avrebbe proposto verbalmente una tangente da 50mila euro per «finanziare il partito» o «metterli in tasca». Ma il capo della segreteria particolare Raoul Russo e l’assessore Manlio Messina rifiutarono la tangente. L’intermediaria cercò allora di essere più persuasiva utilizzando una chat a tempo «coperta» da autodistruzione, nella quale i messaggi durano appena qualche secondo, ma non fece i conti con il fatto che l’assessore aveva pianificato una strategia per registrare tutti i messaggi. «I carabinieri si sono stupiti quando abbiamo deciso di denunciare tutto, spiegandoci che nella maggior parte dei casi i tentativi di corruzione o le corruzioni emergono da intercettazioni. Per noi la denuncia è stata normale e poi quando le pressioni sono così evidenti non si può non denunciare», dichiarò Raoul Russo, capo della segreteria particolare dell’assessore, commentando la tentata corruzione.

«Sono stupito da tanto clamore - era stata la reazione dell’assessore Messina -. Ho solo fatto il mio dovere. Cioè denunciare chi voleva pagare una tangente. Per me è scontato andare a denunciare. Io speravo che facessero un passo falso per avere la prova in mano, non solo a voce, ma cartacea, per poterli denunciare. Ripeto: noi abbiamo fatto il nostro dovere, ma di più sull'indagine in corso non posso dire. Sono cose spiacevoli, la cosa più naturale era denunciare. Speriamo di avere aperto una strada, e che adesso siano in tanti a farlo».

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