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La casa di cura lager di Castelbuono, davanti al gip alcuni indagati restano in silenzio

Ecco cosa accadeva nella gabbia degli orrori della Onlus di Castelbuono (il fermo immagini è preso dal video diffuso dalla guardia di finanza)

Si sono tenuti oggi, davanti al gip del tribunale di Termini Imerese, gli interrogatori di alcuni degli indagati sulla gestione della Casa Suor Rosina La Grua di Castelbuono. Nella casa di cura, che accoglieva 23 disabili psichici gravi, sarebbero state commesse violenze sui pazienti e diversi illeciti nella gestione economica.

Le accuse di tortura e sequestro di persone

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona, corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e frode nelle pubbliche forniture. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip Angela Lo Piparo Gaetano Di Marco, presidente e legale rappresentante dell’associazione «Suor Rosina La Grua onlus» e la figlia Carla Maria Di Marco, socia dell’associazione, difesi dagli avvocati Giovanni Avila e Stefania Schillaci e Vincenzo Prestigiacomo, 65 anni, Bagheria, collaboratore amministrativo presso l’unità operativa complessa assistenza riabilitativa territoriale dell’Asp di Palermo, difeso dall’avvocato Salvo Priola.  Alcuni operatori sanitari hanno risposto alle domande del gip. Domani saranno sentite la moglie e le figlie di Gaetano Di Chara: Chiara Di Marco, Cristina Maria Vera Di Marco, e Antonella Russo, socie dell’associazione «Suor Rosina La Grua Onlus e il figlio di Vincenzo Prestigiamo, Dario e la nuora Rossella Cangialosi impiegati amministrativi presso l’associazione.

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