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Ricerche a Palermo dopo il nubifragio, la protezione civile: "Non ci sono vittime". La procura apre un'inchiesta

Le auto travolte dal fango in viale Regione

La speranza che non ci siano vittime in viale Regione dopo il terribile nubifragio che ieri si è abbattuto su Palermo cresce sempre di più. Secondo la testimonianza di un camionista, una coppia mancherebbe all'appello. In realtà nessun corpo è stato trovato durante le ricerche dei presunti dispersi.

E la stessa protezione civile si sbilancia. Le macchine, riferisce il capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina, sono state tutte rimosse tranne una. Un'ispezione esterna avrebbe però escluso la presenza di cadaveri a bordo. "I vigili del fuoco - dice Cocina che ha partecipato a una riunione in Prefettura per il coordinamento dei soccorsi - hanno compiuto un grande lavoro per il ripristino della normalità. C'è ancora, nel punto più basso, meno di un metro d'acqua. Il tratto è stato accuratamente ispezionato e non ci sono tracce di persone o di cadaveri che eventualmente galleggerebbero. I lavori proseguono ma siamo ottimisti sull'assenza di vittime".

Anche Agatino Carrolo, comandante provinciale dei vigili del fuoco di Palermo che ha seguito le operazioni nella zona dell'allagamento in viale Regione Siciliana, ha confermato che dalle ricerche fin qui condotte non risultano vittime. Perlustrato il sottopasso all'altezza dell'ex Motel Agip con il nucleo sommozzatori ed effettuato il prosciugamento dell'acqua con pompe ad alta portata. L'obiettivo, ha aggiunto Carrolo è "verificare se qualcuno sia rimasto intrappolato negli abitacoli delle auto".

Dalle 20 di ieri i vigili del fuoco lavorano per prosciugare il sottopasso che ieri ha inghiottito numerose automobili. La quantità di acqua è notevole e l'attività potrebbe andare avanti anche domani.

Su una colonna che contiene gli interruttori del semaforo, sono poggiate alcune targhe di auto, recuperate in fondo al sottopasso. Dai numeri delle targhe si sta risalendo ai proprietari delle vetture che saranno contattati per assicurarsi delle loro condizioni. Quando il livello dell'acqua scenderà a una quota bassa, sarà portato via il fango che si è depositato sulla carreggiata e solo allora le ultime paure scompariranno.

Il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, intanto, ha riunito stamattina il centro coordinamento soccorsi della Protezione Civile per fare il punto della situazione degli interventi operativi. Le autorità sanitarie presenti hanno riferito che l'unico minorenne ricoverato ieri per ipotermia è stato dimesso oggi dall'ospedale di Villa Sofia.

La procura vuole vederci chiaro. Il sostituto procuratore, Salvatore Leopardi, ha aperto un fascicolo conoscitivo sull'alluvione. Il magistrato è in contatto con le forze dell’ordine presenti sui luoghi degli allagamenti, in cui si sta cercando di recuperare le automobili rimaste intrappolate nei sottopassaggi della circonvallazione del capoluogo siciliano. Al momento non vengono ipotizzati reati e si è in attesa di conoscere se vi siano eventuali vittime, cosa finora esclusa, allo stato attuale delle ricerche, dalle autorità intervenute sul posto. L’inchiesta è coordinata dal pool guidato dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e, per valutare eventuali inadempienze da parte della pubblica amministrazione, potrebbe essere estesa al gruppo coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis.

Secondo il capo della Protezione civile regionale, Cocina, "la bomba d'acqua che ha colpito Palermo è un fenomeno imprevedibile", e così spiega il motivo del basso livello di allerta del bollettino meteo del 14 luglio. Le previsioni annunciavano temporali localizzati. Per questo era stata emessa un'allerta gialla per la fascia tirrenica da Palermo verso Messina. Era verde invece il segnale dell'area che da Palermo va in direzione di Trapani.

In poco più di due ore su Palermo si sono scaricati 110 millimetri di pioggia. Ma, secondo Cocina, non è la quantità d'acqua a essere individuata come la causa principale degli allagamenti. Ma gli "effetti al suolo" aggravati da altre cause. Una delle ipotesi che i tecnici avanzano prende in considerazione un black out delle centraline elettriche che alimentano le pompe di sollevamento. Senza alimentazione elettrica gli impianti si sarebbero bloccati. In quel tratto la strada è a un livello inferiore rispetto alla rete fognaria nella quale l'acqua può essere incanalata solo con il pompaggio. Quando questa attività si blocca i sottopassi vengono allagati.

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