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L'alluvione di due anni fa a Palermo, richiesta di aiuti inviata tardi e Roma l'ha bocciata

Che aria tirasse sul riconoscimento dello stato di calamità da parte dell'allora governo Conte lo si percepiva già nel gennaio del 2021, sei mesi dopo l'alluvione del 15 luglio del 2020 a Palermo. La nota di risposta alla richiesta di aiuti straordinari da Roma per i danni causati dalle precipitazioni ritenute appunto dal Comune «eccezionali», era stata avanzata dalla Regione a dicembre del 2020, ben 5 mesi dopo gli allagamenti di viale Regione Siciliana. La risposta è firmata dal capo della Protezione Civile Nazionale, Angelo Borrelli. Una doccia fredda sulle speranze di potere ottenere i contributi per indennizzare automobilisti, commercianti, aziende e condomini.

Nella nota veniva evidenziato che la documentazione trasmessa non presentava tutti gli elementi tecnici indispensabili ai fini della valutazione dei presupposti per la successiva dichiarazione dello stato di emergenza», con particolare riferimento alle quantificazioni economiche delle misure e degli interventi da porre in essere relativamente ai danni rilevati e agli scenari di rischio derivanti da ciò che era successo in viale Regione nel giorno dei festeggiamenti della patrona Santa Rosalia. In altre parole, da Roma si precisava che «il considerevole lasso di tempo intercorso fra l'evento e la richiesta di riconoscimento di Stato di emergenza poteva rendere inefficaci ulteriori approfondimenti, anche effettuati attraverso i concetti sopralluoghi tecnici che, come da prassi, vengono svolti in maniera congiunta tra tecnici di questo Dipartimento, dell'amministrazione regionale e degli enti locali...».

C’era, insomma, una difficoltà oggettiva di cogliere compiutamente e dettagliatamente «gli elementi necessari per accertare una corretta correlazione tra le criticità dichiarate e rappresentate a fronte dell'evento scatenante». Non si poteva fare la necessaria istruttoria tecnico amministrativa che serviva all'eventuale deliberazione del Consiglio dei Ministri (ai sensi dell'articolo 244 del gennaio 2018). Pur comprendendo il disagio che si era determinato, il capo della Protezione Civile nazionale comunicava che non si poteva dare corso all'ulteriore iter della richiesta. Più che caldeggiata subito dall'ex sindaco Leoluca Orlando. Il nubifragio aveva causato, secondo la lettera di Orlando, un dissesto statico e inondazioni diffuse sull'intero territorio. Oltre ai danni ai mezzi, undici famiglie per un totale di 28 persone non erano potute rientrare nelle proprie abitazioni rese inutilizzabili dalle infiltrazioni d'acqua ed erano state ospitate in albergo.

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