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Ciechi che leggevano e disabili che ballavano, truffa sulle pensioni di invalidità a Palermo

Un frame del video della guardia di finanza

Erano ritenuti paralitici ma guidavano l'auto o addirittura andavano nei locali a ballare, c'era invece chi pur avendo avuto diagnosticata la cecità leggeva normalmente. I finanzieri hanno anche filmato una finta non vedente mentre guardava la posta ritirata dalla buca delle lettere.

I militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo, al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica, in esecuzione di un’ordinanza emessa dal G.I.P del Tribunale di Palermo, hanno arrestato Antonino Randazzo, pensionato di 56 anni di Terrasini, e Filippo Accardo, 49enne di Camporeale, titolare di due Caf, uno a Palermo in corso Alberto Amedeo e uno a Terrasini in via Santa Rosalia. Sono ritenuti ai vertici di un'organizzazione che compieva sistematiche truffe ai danni dell’Inps, a vantaggio di soggetti che, in cambio di cospicue somme di denaro hanno ottenuto la pensione di invalidità.

Complessivamente sono dodici i falsi invalidi fra la città e la provincia. Ma gli indagati denunciati a piede libero sono  33: nella lista ci sono medici generici e specialisti, componenti delle commissioni dell’Asp, impiegati dell’Inps e responsabili di Caf.

Secondo quanto ricostruito dai finanzieri, Randazzo e Accardo erano al vertice dell'organizzazione che si avvaleva di una serie di collaboratori e complici, e avevano messo in piedi un sistema talmente rodato negli anni che erano diventati una sorta di punto di riferimento per chi volesse ottenere le indebite prestazioni previdenziali. Ai procacciatori di clienti spettava il compito di trovare, tra coloro che sembravano più bisognosi e disponibili a chiedere un aiuto, le persone disposte a partecipare alla truffa. Una volta individuati, i soggetti venivano indirizzati verso i medici compiacenti che firmavano i certificati con le false patologie per richiedere le indennità.

Ma non solo: gli stessi medici, in alcuni casi, attestavano formalmente che i soggetti non potevano essere trasportati, in modo da evitare la visita collegiale e ottenere la visita a domicilio, dove 'preparavano' i falsi invalidi sui comportamenti da tenere nella visita di controllo. Una volta che tutto l'iter si era concluso e il falso invalido aveva ottenuto i benefici previsti dalla legge, l'organizzazione andava all'incasso con un tariffario prestabilito: generalmente un anno di indennità, pari agli arretrati erogati dall'Inps. Con lo stesso provvedimento d'arresto, il gip ha disposto anche il sequestro di 100mila euro.

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