PALERMO. I parenti di Aldo Naro, il giovane medico ucciso a 25 anni nella discoteca Goa durante una festa di carnevale lo scorso febbraio, sono entrati nell'aula del Tribunale dei minori di Palermo, per la prima udienza sull'omicidio, vestiti a lutto e con la foto della vittima in mano.
L'imputato è un buttafuori di 17 anni che ha ribadito la sua versione dicendo di essere stato lui a dare un calcio ad Aldo Naro ma per rispondere a un'aggressione subita dalla vittima e da altri ragazzi. Il giudice ha ammesso il rito abbreviato mentre non è stata ammessa la "messa alla prova" dell'imputato, in strutture rieducative.
Al momento, quindi, rimane in carcere. "Io non perdono questo ragazzo - ha detto la madre di Aldo - perché non dice tutta la verità. Non lo perdono perché copre qualcuno e non mostra pentimento". I parenti di Naro sono assistiti dagli avvocati Nino Caleca, Roberto Mangano e Pier Carmelo Russo. Il processo è stato rinviato a ottobre per conclusioni e sentenza.
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