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"Irregolarità e rapporti coi boss": sequestro per il capo veterinari Asp

PALERMO. La polizia ha eseguito a Palermo e provincia un provvedimento di sequestro patrimoniale, ai sensi della normativa antimafia, nei confronti di Paolo Giambruno, direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell'Asp di Palermo, nonché presidente dell'Ordine dei medici veterinari della Provincia.

Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale su proposta della Procura della Repubblica, a conclusione delle indagini preliminari, nell'ambito del procedimento penale che vede coinvolte 29 persone tra cui funzionari, dirigenti dell'Asp ed imprenditori del settore alimentare, la cui attività investigativa è stata svolta dalla Digos della Questura di Palermo.

Gli indagati, sono accusati di reati contro la pubblica amministrazione e la violazione della normativa a tutela della salute pubblica nella commercializzazione di alimenti. Secondo gli investigatori, è stato "evidenziato un sistema di rapporti, a livello imprenditoriale, intrattenute dal funzionario pubblico con Cataldo Salvatore, accusato di mafia a Carini". Sempre secondo i magistrati, sarebbero "emerse numerose irregolarità nell'ambito dei controlli sanitari dal Dipartimento di prevenzione veterinario dell'Asp, sulla qualità delle carni da destinare al consumo".

"Ho nominato un legale interno visto che l'azienda sanitaria risulta parte offesa a seguito delle gravissime notizie apprese dalla stampa. Il legale nominato è stato incaricato di acquisire la documentazione al fine di attivare con immediatezza tutti i provvedimenti conseguenziali". Lo dice Antonio Candela direttore generale dell'azienda sanitaria locale 6 sulla vicenda del sequestro beni del capo dei veterinari Paolo Giambruno.

In difesa di Giambruno Paolo Ingrassia il presidente del sindacato veterinari italiani: "Apprendo dai giornali che il Paolo Giambruno, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari, Direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinario dell’Asp di Palermo e mio amico di sempre è oggetto della più terribile (per un veterinario) delle accuse: "Controlli irregolari e rapporti con i boss". Conosco il dottore Giambruno da sempre. Rubavo caramelle nel negozio di alimentari che gestiva la madre (spero che almeno questo mio reato sia andato in prescrizione). Ho portato in spalla il feretro di suo fratello di 17 anni. Ho condiviso con lui 30 anni di professione. Ho seguito con apprensione il suo precario stato di salute.Non dirò nulla in merito alle accuse che gli vengono mosse né sulle motivazioni che hanno condotto a tutto questo né tantomeno sulle persone che ne sono gli artefici. Il tempo saprà fare giustizia. Confesso - aggiunge Ingrassia - la mia ignoranza in tema di giurisprudenza. Di certo mi stupisce come, in uno stato di diritto, una persona incensurata, senza che abbia subito alcun processo, possa essere oggetto di provvedimenti lesivi dei suoi diritti costituzionali e della sua dignità. In queste occasioni si dicono molte frasi di rito (la giustizia farà il suo corso ho piena fiducia nella magistratura). Io intendo ribadire quanto già ebbi modo di dire all’inizio di questa vicenda: "Pur riponendo piena fiducia nell’operato della magistratura , ancor più fiducia ripongo nell’operato del Dipartimento di Prevenzione Veterinario dell’Asp di Palermo".

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