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Rifiuti a Palermo, botta e risposta tra Orlando e i sindacati

PALERMO. E' scontro aperto sul caos rifiuti tra il sindaco Leoluca Orlando e i sindacati, che hanno annunciato lo stato di agitazione dei lavori nell'ambito della vertenza Rap, società che si occupa della raccolta in città.  Oggi Leoluca Orlando ha reso pubblica una lettera aperta alla città in cui ha definito  "incomprensibili gli atteggiamenti e i comportamenti di alcune organizzazioni sindacali che hanno dichiarato lo stato di agitazione, e poi non si sono presentate all'incontro con la dirigenza Rap. Nessun dialogo potrà avviarsi - avverte il sindaco di Palermo - se non si mette al primo posto l'obiettivo di una città pulita e decorosa e a quei sindacalisti che ostacolano un processo di riorganizzazione aziendale ineludibile dico che i cittadini hanno diritto di conoscere chi e quando pulirà le loro strade e che i cittadini hanno diritto di non assistere più ai frequenti atteggiamenti di taluni operatori che non fanno il proprio dovere».

Arriva immediata la replica dei sindacati, Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel, Ugl e Fials, contro le dichiarazioni contenute nella lettera del primo cittadino. «A chi pensa di imbavagliare il diritto dei sindacati di tutelare i lavoratori - ribattono - con le minacce più o meno velate o con la riproposizione della solita solfa populista arricchita da una variegata aggregazione di episodi, omini e anche epoche differenti fra loro, utilizzati al solo fine di apparire come unici depositari della verità, il sindacato risponde di non avere alcuna preoccupazione. Continueremo a richiamare alle loro responsabilità, coloro i quali non si preoccupano minimamente di migliorare le condizioni di sicurezza dei lavoratori, di tutelare la loro salute, di consentirgli di svolgere il servizio con mezzi che non siano tenuti in piedi dal ferro filato, tutti fatti documentati da foto».

I sindacati inoltre annunciano per la prossima settimana una conferenza stampa «per spiegare ai cittadini le vere ed uniche oggettive motivazioni delle assemblee, e ribadiamo assemblee solo di due ore, chiaro segno di un azienda che non è organizzata bene, che non è strutturata adeguatamente, dotata di pochi mezzi che non ha avviato percorsi di fidelizzazione con i lavoratori, e che con sole due ore di assemblea va in tilt». «Il tema quindi - aggiungono i sindacati - non sono le assemblee perchè come dimostrano le cronache dei giorni precedenti, la città mostrava già evidenti problemi di tenuta igienico-sanitaria, piuttosto quello che cerchiamo di mettere in evidenza: la mancata capacità di rendere normale l'azienda igiene ambientale della città».

Nella lettera aperta alla città Leoluca Orlando, di contro, sottolinea che l'attuale caos dei rifiuti in città dipende più dal passato, quindi da quella che fu Amia e chiama in causa direttamente i sindacati.  «Sprechi, ruberie e falsi in bilancio degli amministratori del tempo, spesso tra complicità, acquiescenze e comportamenti irresponsabili di taluni sindacalisti e dirigenti, hanno decretato il fallimento dell'Amia, gettando Palermo nel caos dei rifiuti e i lavoratori nella prospettiva della disoccupazione».  «L'amministrazione comunale - prosegue Orlando - ha provveduto a risolvere la situazione di emergenza, dando vita ad una nuova società (la Rap). L'azienda gode di una condizione di equilibrio finanziario e sta dotando il servizio di attrezzature e mezzi che erano scomparsi nella voragine del fallimento».

"Qualcuno pensa di ricostruire la storia dell'Amia in modo diverso da quello che le cronache di allora, oggi fatti processuali ci hanno mostrato, Amia è fallita perchè i comuni e gli Ato della provincia che conferivano a Bellolampo - concludono le sigle sindacali - .  non hanno versato 80 milioni di euro, è fallita perchè l'amministrazione comunale di allora impose la cessione di alcuni dei servizi ad altre aziende della sfera comunale, senza preoccuparsi di garantire se tutto ciò rompesse l'equilibrio economico-finanziario dell'Amia".

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