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Squadra che perde si cambia, peccato che perda anche l'altra: il Palermo crolla a Brescia

Rosa inizialmente in campo senza Ranocchia, Segre, Diakité e Ceccaroni. Non passano nemmeno 30" che si capisce che non è giornata: gol di Borrelli. I rosa la ribaltano con Brunori e Di Francesco, ma Marconi lascia i compagni in dieci e le rondinelle... svolazzano: 4-2

Marconi lascia il campo amareggiato dopo l'espulsione (foto dal sito del Palermo)

Era finita così: 92' di Como-Palermo, rosa in vantaggio 3-2, palla lontana dall'area e colpetto a Curto, che stramazza al suolo. Rigore e 3-3, espulsione e tre turni di squalifica. Era il 23 dicembre 2023. È ricominciata così: 20' di Brescia-Palermo, rosa in vantaggio 2-1, fallo da ultimo uomo e nuovo cartellino rosso. Risultato finale: Brescia 4 Palermo 2. In questi due mesi Ivan Marconi non aveva mai più rivisto il campo. Ma che nessuno getti la croce su un ragazzo generoso e attaccato alla maglia. Non è colpa sua. O quanto meno non è solo colpa sua.

Il Palermo ha incassato nove gol nelle ultime tre partite, due delle quali senza Marconi in campo. Anzi, 9 gol in 180': il secondo tempo di Cremona, tutta la partita con la Ternana e il primo tempo di oggi. Centottanta minuti in cui la squadra è apparsa fuori controllo in campo e fuori. La formazione di oggi è un mistero. Ranocchia è stato il trascinatore in questo periodo, con 4 gol consecutivi che hanno lanciato il Palermo verso la vetta della classifica. Prima di lui (e poi assieme a lui) Segre aveva tirato la carretta e tolto diverse castagne dal fuoco, meritandosi anche il titolo di miglior giocatore del campionato per il mese di gennaio, oltre che l'attenzione dei club di Serie A. Ora può darsi (ma non ne siamo sicuri) che dovessero rifiatare. Ma togliere due così dal campo contemporaneamente è davvero incomprensibile. Così come la scelta di togliere Diakité, forse per una mancata chiusura sul primo gol della Ternana martedì scorso. Per poi rispolverare Marconi, data la contemporanea scelta di fare riposare Ceccaroni, disastroso contro gli umbri. Graves avrebbe potuto occupare la posizione di Ceccaroni, lasciando al suo posto sulla fascia il francese.

Insomma, è entrata in campo una formazione così spaesata e poco rodata, che ha preso gol dopo soli 30". Non è un refuso. Sono proprio trenta secondi. Pallone proveniente dalla fascia destra (Dickmann) e tacco sbarazzino di Borrelli, gigante di 194 cm che nell'occasione sembrava Roberto Mancini. Lo stellone ha portato presto il Palermo al ribaltone, prima per un'entrata improvvida di Besaggio su Di Mariano (rigore e Avella spiazzato da Brunori, quattro palle in buca nelle ultime 4 gare, dodici da inizio campionato) e poi per un gol «sporco» di Di Francesco (5 per lui), di quelli che nessuno capisce come abbia tirato l'attaccante, perché la palla abbia preso un effetto stranissimo e soprattutto come un portiere possa averlo incassato.

Ma lo stellone, dopo avere timbrato due volte il cartellino, è uscito dal campo. E al suo posto sono entrati i grandi protagonisti del campionato del Palermo, i fantasmi. Quelli che ti fanno sbagliare l'intervento (Lund) e ti fanno commettere fallo sull'avversario (Borrelli) anche se sei l'ultimo difensore (Marconi). Frittata servita: Palermo in dieci. Il Var evita l'errore dell'arbitro, altrimenti sarebbe stato anche rigore. E porta la punizione per Marconi da giallo a rosso, ma questo cambia poco perché in venti minuti di partita il nostro era riuscito già a farsi ammonire e poi a farsi superare in area da Bianchi (conclusione pericolosa finita sul fondo).

Certo, giocare in superiorità numerica non sempre ti fa vincere le partite, il Palermo ne sa più di qualcosa. In questo caso, invece, funziona a meraviglia, tanto che il Brescia ne fa 3 da lì fino alla fine del primo tempo. Mezzora: Paghera si inventa un fendente che si insacca nell'angolo alla sinistra di Pigliacelli (a mezz'altezza). 41': sul pallone che arriva dall'alto Borrelli tiene a bada tutti e segna un gol fotocopia di quelli di Pandolfi del Cittadella al Barbera e di Charpentier del Parma al Tardini. Ceccaroni (entrato in campo dopo l'espulsione di Marconi) subisce la spinta di Papetti, ma per il team arbitrale non c'è niente e palla al centro. 46': i rosa barcollano, letteralmente. Sicuramente barcolla e scivola a terra Di Mariano sulle finte di Jallow, che penetra in area e caccia la biglia in the box, dalle retrovie arriva Bisoli e tira una ciofeca che lo stellone biancazzurro fa carambolare su Nedelceauru prima e Di Francesco subito dopo, col risultato che il pallone si addormenta docile in porta, sotto lo sguardo di un incredulo (e poco reattivo) Pigliacelli.

Quattro a due. Alla fine del primo tempo, come alla fine del secondo. Nonostante i tentativi di Corini di rimediare ai guasti del turn-over, chiamando a turno Ranocchia, Mancuso, Traorè e Vasic. In tutta la ripresa il Palermo insidia la porta bresciana con un tiro a fil di palo di Di Francesco e con una conclusione ravvicinata di Mancuso respinta da Avella. Troppo poco per sperare di recuperare una gara così compromessa, che allontana ogni speranza di promozione diretta. Guardare alla classifica, del resto, al momento non serve. Occorre recuperare concentrazione, serenità, grinta, cattiveria. Tutte qualità che all'indomani della gara con il Como (quella del Barbera) sembravano in cassaforte e che invece si sono improvvisamente dissolte in quei due minuti in cui la Cremonese ha rimesso in piedi la partita dello Zini. Domenica 10 marzo nuova trasferta lombarda, in quel ramo del Lago di Como caro a Manzoni. Pensiamoci: il primo vero campanello d'allarme di questa stagione risuonò il giorno in cui la cenerentola Lecco distrusse il Palermo al Barbera. Vincere lì potrebbe servire non solo per i tre punti, ma per cacciare via definitivamente i fantasmi.

Brescia Palermo 4-2

RETI: pt 1' Borrelli, 5' Brunori (rig.), 12' Di Francesco, 30' Paghera, 41' Borrelli, 45' Di Francesco (aut.)

BRESCIA (4-3-2-1): Avella 5.5; Dickmann 6.5, Papetti 6, Adorni 6, Jallow 7; Bisoli 7, Paghera 7 (31' st Bertagnoli sv), Besaggio 6.5 (34' st Huard sv); Galazzi 7 (18' st Olzer 6), Bianchi 7 (31' st Bjarnason sv); Borrelli 8 (18' st Moncini 6). In panchina: Cortese, Fares, Mangraviti, Cistana, Cartano, Ferro. Allenatore: Maran 7

PALERMO (3-4-1-2): Pigliacelli 5.5; Graves 5.5, Nedelcearu 5.5, Marconi 4, Lund 4.5; Henderson 6 (25' pt Ceccaroni 5), Gomes 5.5, Coulibaly 5.5 (1' st Ranocchia 6); Di Mariano 5.5 (32' st Vasic sv), Brunori 6 (1' st Mancuso 6), Di Francesco 6 (18'st Traorè 6). In panchina: Kanuric, Stulac, Segre, Insigne, Diakité, Soleri, Aurelio. Allenatore: Corini 5

ARBITRO: Rutella di Enna 6

NOTE: pomeriggio freddo. Spettatori: 5.317. Angoli: 5-5. Recupero: 4'; 4'. Al 22' pt espulso Marconi per fallo su chiara occasione da gol. Ammoniti: Marconi, Dickmann, Besaggio, Paghera, Nedelcearu

Nella foto Marconi lascia il campo amareggiato dopo l'espulsione (foto dal sito del Palermo)

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