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Il Palermo progetta il futuro, il punto di partenza è Corini

Corini durante la partita col Brescia (foto di Tullio Puglia)

Mentre Palermo prova a fatica a smaltire la delusione, in viale del Fante ci si lecca le ferite e si inizia a ragionare sulla lunga estate che aspetta società, giocatori e tecnico. Quest’ultimo però si dice sicuro che al centro del nuovo Palermo ci sarà ancora lui, pronto a continuare il percorso iniziato lo scorso agosto, quando è stato chiamato a rilevare il dimissionario Baldini sulla panchina rosa.
A nove mesi di distanza, Corini sa che la fiducia del City Group nei suoi confronti non è diminuita e non lo sarà nemmeno dopo l’incredibile rimonta subita dal Brescia: la salvezza è stata conquistata con relativa facilità e, dopo un inizio balbettante, i rosa hanno dimostrato di saper stare ad alti livelli, pur non sfoggiando mai la continuità del Frosinone, la qualità del Genoa o l’esplosività del Bari.

Lo stesso approccio comunicativo del tecnico è cambiato nel girone di ritorno: dopo il successo con la Reggina e il raggiungimento del sesto posto, l’asticella del Palermo si è alzata ed è iniziata la lunga rincorsa ai play-off, poi finita nel modo più doloroso possibile. La prossima stagione servirà uno step ulteriore e la società è pronta a confermare la fiducia a Corini, il cui contratto attuale scade a giugno 2024, ma è chiaro che ci si aspetta, fin dalla ripresa del campionato il 19 agosto, un Palermo pronto a lottare per la Serie A. Un messaggio che è stato ribadito anche nel post partita, con un lungo confronto negli spogliatoi tra tecnico e dirigenza in cui è emersa la necessità di costruire una rosa ancora più forte, senza però apparentemente volerne modificare la guida.

L’ex capitano rosanero chiude la stagione con un indubbio ruolo da protagonista, nel bene e nel male: si è trovato a guidare una squadra costruita in poche settimane e, soprattutto dopo un mercato di gennaio fatto di richieste precise in ciascuna porzione di campo, l’ha portata nella colonna sinistra della classifica senza però riuscire a darle quello slancio in più per piazzarla tra le prime otto anche per la fragilità mentale e tecnica della squadra. La delusione della tifoseria, esplosa dopo il fischio finale con il Brescia con lunghi e assordanti fischi, è legata appunto alle difficoltà di imprimere il colpo del ko quando il Palermo ne ha avuto l’occasione: anche venerdì il 2-0 dell’intervallo sembrava relativamente semplice da gestire, invece la squadra non è tornata dagli spogliatoi con lo stesso mordente e anche dopo la rimonta dei lombardi non ha saputo costruire lo spunto per il 3-2.

Il campionato 2023/24 si presenta dunque come la seconda parte di un percorso che, nella stagione appena conclusa, ha visto i rosa consolidarsi come solida realtà della serie cadetta, grazie soprattutto alle diverse vittorie di prestigio ottenute in casa (Genoa, Bari, Parma, Cagliari e Reggina): tuttavia, la vicinanza alla zona play-off e il ritmo lentissimo impresso dalle altre squadre (gli stessa amaranto hanno trovato il gol qualificazione al quarto di recupero) sembravano poter anticipare tale percorso di alcuni mesi ed è esattamente il mancato raggiungimento di quest’obiettivo ad aver irretito la tifoseria.

A Corini in particolare viene imputato di non essere riuscito a colmare, sul piano tattico, i limiti della rosa: lui stesso ha lasciato intendere, chiamando in causa le ultime due stagioni in cui il Palermo ha ottenuto la promozione in A (2003/04 e 2013/14), che per ripetere un risultato sportivo di tale portata servirà ben altro organico. Se il mercato di gennaio era servito per tamponare le carenze di alcuni reparti, per quanto non tutti i neoacquisti abbiano reso come il tecnico sperava, in estate è probabile che Corini spingerà per avere innesti in grado di vincere la Serie B: d’altro canto saranno necessarie, a partire dai prossimi giorni, valutazioni sui giocatori avuti quest’anno per capire chi potrà avere un ruolo (da protagonista o da comprimario) nel Palermo del futuro e chi no. Contrariamente a quanto avvenuto l’anno scorso, il City Group avrà a disposizione tre mesi pieni per progettare il futuro, con la consapevolezza però che per alleviare il malcontento della città serviranno risposte immediate al momento del ritorno in campo. (*aar*)

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