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I fischi del Barbera al palermitano D'Angelo neo-papà, il gesto dopo il gol, il rimprovero di Diana...

La rete realizzata da D'Angelo in Avellino-Palermo del 26 maggio 2021 (foto di Tullio Puglia)

Il ragazzo di Palermo ieri al Barbera non ha resistito. Stanco di essere fischiato dal pubblico, ogni volta che mette piede nello stadio della sua città, quando a 3' dal 90' ha realizzato il gol che riapriva la partita, Sonny D'Angelo è andato di corsa a recuperare il pallone per riportarlo a centrocampo, ma non ha evitato di rivolgere un gesto poco affettuoso, con la mano all'orecchio, verso la curva Sud. Ne è nato un breve momento di tensione, al termine del quale l'allenatore della Reggiana Aimo Diana, ex esterno destro del Palermo negli anni della serie A, ha rimproverato il suo calciatore, ventiseienne, chiedendogli di pensare solo alla partita (clicca qui per gli highlights di Palermo-Reggiana, nel video anche il gesto di Sonny D'Angelo).

Ne ha parlato lo stesso Diana nella sala stampa del Barbera, provando a lanciare un ramoscello d'ulivo alla città che lui stesso ama ancora («Sono andato via dal Palermo in sordina - ha raccontato - ma la mia famiglia piangeva»). Per l'allenatore della Reggiana, infatti, Santo D'Angelo, Sonny per tutti, «è un ottimo ragazzo, palermitano, è appena diventato papà, e gli dispiace essere fischiato ogni volta che torna a casa. È andata così, ha reagito in quel modo e io gli ho detto di calmarsi e di pensare solo a giocare e al bene della squadra. Per molti di loro sono come un papà».

Insomma, Diana, che dal canto suo ha fatto i complimenti al Palermo e gli ha augurato di tornare in serie A, come ai suoi tempi, dall'altro spera che la tifoseria del Barbera possa fare pace con quel ragazzo figlio della città che sconta ancora una dichiarazione fatta nel maggio del 2021, dopo avere segnato, con la maglia dell'Avellino, il gol decisivo della gara di ritorno che estromise il Palermo dai playoff di serie C. «Non avrei esultato se non fosse stato per qualche finto tifoso che mi ha massacrato due giorni di fila prima della gara di ritorno», disse D'Angelo via social. E da allora è stata guerra, anche ieri, dal momento in cui, al 18' della ripresa, D'Angelo ha messo piede in campo, sostituendo Muroni. Fischi già al momento dell'ingresso sul terreno di gioco, fischi ogni volta che toccava palla, finché il centrocampista palermitano non ha sorpreso Pigliacelli, piombando con i tempi giusti sul pallone rimesso al centro di testa da Guglielmotti e segnando il gol del 2-3. Il giocatore ha reagito platealmente e i fischi sono diventati un concerto.

La rete è servita a poco, perché il Palermo ha chiuso la gara sul 3-2, ottenendo la qualificazione al prossimo turno della Coppa Italia. A D'Angelo è rimasta l'amarezza di non essere amato dalla sua città. Fortunatamente, per lui è un periodo di gioia, data la nascita della figlia, evento pubblicizzato tre giorni fa con un post struggente su Instagram, che si conclude così: «Ho assistito al parto, passo dopo passo, e quando ho visto la testolina di mia figlia ho capito di aver fatto il gol più bello della mia vita». E stavolta per Sonny solo applausi e niente fischi. Auguri, papà.

 

 

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