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Palermo, il ritorno di Delio Rossi dopo 8 anni: "Avevo un debito con questa città, non potevo dire no"

Delio Rossi è stato di parola. Aveva detto che si sarebbe rivisto da queste parti, alla guida del Palermo. Parole dette nel 2011 e che si sono avverate, ad otto anni di distanza. Oggi il tecnico del quinto posto in serie A si presenta, anzi si ripresenta, con accanto il presidente del Palermo Rino Foschi. Un contratto di due mesi e un sogno, quello di conquistare la serie A.

Le sue parole, con uno sguardo visibilmente emozionato: "Il mio primo pensiero va a Stellone. Sempre brutto quando si sostituisce un allenatore. Se avessi ragionato razionalmente avrei detto di no, ma quando chiama il Palermo, non potevo dire di no. Non so se si può dire che ho un conto in sospeso oppure no. Diciamo che ero in debito, ecco".

Per quanto riguarda la partita con il Livorno, Delio Rossi non pensa di stravolgere le cose: "Mancano 4 giornate, non puoi fare grandi cambiamenti. Dipende dai giocatori, riparto da loro. La gente deve starci vicina, questo è molto importante, soprattutto adesso che sono in difficoltà".

Sulla promozione in serie A: "Io so solo che ci sono quattro partite, non c'è un domani. Non c'è futuro, non ci sono promesse, ci giochiamo tutto e subito. Un leader per questa squadra? Molti devono essere leader di se stessi, già questo sarebbe un passo in avanti. Io emozionato? Certo che lo sono. Non devo però dimostrare niente a nessuno, qui a Palermo ho già vissuto dei momenti splendidi. Voglia di rivincita? Devo solamente fare l'allenatore e voglio continuare a farlo".

Il neomister rosanero ha poi parlato dell'umore della squadra: "E' un gruppo consapevole della situazione. Bisogna tenerli isolati e pensare soltanto a quello che succede in campo. Non devono avere alibi. Se si perde non è colpa della società, ma di chi scende sul rettangolo da gioco. Spero di toccare le corde giuste per potere fare rendere al massimo questi giocatori. Voglio gente positiva che non si piange addosso, voglio che la spinta emotiva sia buona, anche perchè la serie B non è un fatto di tecnica, ma soprattutto quando questa viene messa in campo nel momento decisivo: se Juve e Ajax si incontravano due mesi fa forse andava diversamente. Devi essere bravo a mettere in campo le cose giuste al momento giusto".

 

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