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Palermo, Miceli attacca Lagalla: «Sui voti della mafia continua a mentire»

Franco Miceli all'a manifestazione di ieri con il ministro della Salute Roberto Speranza (foto Fucarini)

«Roberto Lagalla mente ai cittadini e dimostra ogni giorno che le sue parole non hanno peso». Lo dice Franco Miceli, candidato del centrosinistra a sindaco di Palermo, commentando la replica a Enrico Letta del candidato del centrodestra. «Mente - spiega - quando dice che la sua parte politica apprezza il reddito di cittadinanza, proprio mentre tutte le forze che lo sostengono lo vogliono abolire e lo bollano come “cultura assistenzialista”, “metadone di Stato”, “paghetta offensiva”, “soldi rubati da chi non fa una mazza”. Per non parlare di Schifani che proprio davanti a Lagalla ha definito “parassita” chi percepisce il reddito di cittadinanza, misura perfettibile ma fondamentale in questo momento di grande crisi economica e di avanzamento della povertà».

Ma Miceli attacca l’ex rettore anche sulla questione mafia. «Allo stesso modo - afferma l’architetto - Lagalla mente quando dice di non volere i voti dei mafiosi. C'era un modo di dirlo, lanciando un messaggio inequivocabile, non accettare pubblicamente l’appoggio dei condannati per reati connessi alla mafia Cuffaro e Dell’Utri. Invece - aggiunge - con il primo si sono abbracciati sul palco. Il secondo è bastato facesse un endorsement nei suoi confronti dall’Hotel delle Palme perché si ritirassero 4 candidati del centrodestra. E lui non mi pare proprio abbia mai rifiutato questo gradimento».

Per concludere, dice Miceli, «Lagalla è appoggiato da una accozzaglia litigiosa che non fa altro che impegnarsi in nomine e spartizioni di ruoli e poltrone che non avranno mai proprio perché non sta producendo neanche una proposta per Palermo, che ha fame di concretezza e impegni reali. Infatti, è nella massima coesione che io e la coalizione che mi sostiene stiamo elaborando e proponendo interventi e modalità di governo che piacciono ai cittadini: abbiamo messo al centro la partecipazione e competenze, lasciando fuori tutti insieme ogni ombra e oscurità di dubbia provenienza».

Anche il vice di Letta, Peppe Provenzano, che è siciliano (di San Cataldo) replica a Lagalla. «Oggi il candidato della destra a Palermo, Lagalla, accusa la sinistra di alimentare il clima d’odio nei suoi confronti per la polemica sul sostegno di Cuffaro e Dell’Utri. Accusa persino il nostro segretario Letta di strumentalizzare la battaglia sulla legalità. Noi - dichiara il vicesegretario dei dem -  abbiamo solo chiesto parole chiare e atti conseguenti, a partire dal rendere omaggio alle vittime della feroce violenza mafiosa che ha insanguinato Palermo e la Sicilia (ricordiamocelo sempre, quando si parla di violenza). A Lagalla abbiamo chiesto qualcosa di molto preciso: prendere le distanze da Dell’Utri e Cuffaro. Dire che non si accettano non solo  i voti della mafia, e ci mancherebbe, ma nemmeno il sostegno di chi è stato condannato per concorso esterno o per aver favorito un mafioso. Aspettiamo ancora».

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