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Palermo, al Loggiato san Bartolomeo apre i battenti la mostra di Julien Friedler

Libertà espressiva. Che riconosce solo i contorni di una cartografia immaginaria necessaria per comprimere e comprendere Julien Friedler (Bruxelles, 1950). Tracce, segni, molliche, visioni, orme, graffiti che riescono a condurre per mano dentro un mondo fantastico, un territorio mentale in cui si riconosce soltanto l’artista.

È dedicata all’artista belga la prima mostra con cui la Fondazione Sant’Elia – e in maniera più ampia, la città di Palermo – rinsalda il suo rapporto con l’arte e la libertà. Il capoluogo siciliano ricomincia pian piano a risollevarsi, riapre i suoi palazzi, le chiese, i musei: e sceglie un artista dall’immaginario strabordante e, insieme, necessario. Per il tempo, il momento, il luogo.

“Mapping” racchiude opere recenti di Friedler, di chiara impostazione espressionistica, catartica, realizzati negli ultimi due anni, e fino a poco prima che il mondo si raggrinzisse in se stesso, per far fronte alla pandemia: la personale dell’artista belga, curata da Gianluca Marziani e Dominique Stella, si è inaugurata stamattina nella sede della Fondazione Sant’Elia al Loggiato San Bartolomeo, dove sarà visitabile da domani al 7 luglio.

Ma “Mapping” è anche un ponte ideale, carico di astrazioni e colori, per rimettere in moto il mondo della cultura, a partire dall’arte, collegando i due estremi geografici di un Paese che si sta lentamente risollevando dagli stravolgimenti degli ultimi mesi : raccoglie una sessantina di tele di recente realizzazione, suddivise ed esposte in due tranche, tra il Loggiato di San Bartolomeo, e, dal 25 luglio al 27 settembre, a Palazzo Libera, a Villa Lagarina in provincia di Trento, spazio che collabora con il MART di Rovereto. Il catalogo, che raccoglie l’insieme della produzione “Mapping”, sarà pubblicato da La Route de la Soie Éditions_Paris.

Julien Friedler è una figura singolare nel panorama mondiale dell’arte contemporanea. Il suo passato letterario, la formazione come psicanalista, l’amore per la filosofia e la scrittura di diverse opere erudite; ma anche il suo gusto per i viaggi e l'incontro con realtà diverse e lontane, hanno composto una personalità labirintica che trova nelle arti visive un’emblematica ipotesi realizzativa.

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