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L'addio al bimbo di Palermo morto a Sharm, il parroco: "Andrea ci chiede di portarlo sempre con noi"

Qualche singhiozzo. Solo questo si sente nei minuti antecedenti all’arrivo della bara. Intorno c’è il solito traffico cittadino, ma la chiesa è come protetta. Ovattata, restituendo tutto il silenzio e la disperazione degli amici, insegnanti, parenti e genitori che sono presenti per il piccolo Andrea, il bambino di 7 anni morto a Sharm mentre era in vacanza con i genitori.

Lacrime che solcano i volti di tutti, ancora increduli. Negli occhi un’ultima, fragilissima speranza che la bara, piccola e bianca, di Andrea non arrivi veramente. Che sia solo un brutto sogno e dal quale, da un momento all’altro, ci si possa svegliare.

Andrea Mirabile, invece, arriva a San Basilio, in via Paruta. La bara sfila tra il silenzio e lo sgomento, che diventa consapevolezza solo ora, quando lo si vede. Presente anche il sindaco Roberto Lagalla, che silenziosamente sta in disparte, per poi avvicinarsi alla famiglia solo quando la bara è arrivata all’altare. Stringe tra le sue mani il volto sconvolto di Rosalia Manosperti, la mamma. Anche lui commosso, dopo qualche parola di conforto, si allontana e segue fino alla fine l’omelia di don Luciano Fricano. Le lacrime scorrono sui volti di tutti, per tutta la durata della funzione, durante la quale i genitori di Andrea sono stati seduti accanto al suo feretro - il papà a sinistra e la madre a destra - tenendosi la mano e senza lasciarlo andare via veramente. Forse sperando ancora in un miracolo.

Nell’omelia il sacerdote ha ricordato alla famiglia della nuova vita che stanno per accogliere, Silvia, nome scelto proprio dal fratellino, e di come bisogna aprirsi a questo nuovo amore senza paura, perché l’amore che verrà dato a Silvia, sarà anche quello di Andrea che, dal cielo, veglierà e guiderà sempre la sua famiglia.

"Quanti progetti futuri nella vostra mente per Andrea – ha detto don Luciano -. 'Perché? è successo questo?' non è la domanda giusta. C'è un’altra prospettiva, il silenzio nell’accoglienza di una parola di conforto. Quante cose ci insegna Andrea qui in mezzo a noi, ha risvegliato in noi la solidarietà - ha aggiunto il sacerdote -. Avevamo altri impegni oggi, eppure siamo qui. Andrea ci sta insegnando che essere solidali è più importanti di fare altro, riempie il cuore. Stamattina Andrea vi sta facendo una richiesta, di metterlo come sigillo nel cuore. Vi sta chiedendo di portarlo sempre con voi".

All’uscita della chiesta, il piccolo è stato accolto dal lancio di palloncini bianchi con il suo nome sopra e dei coriandoli. Ma le lacrime, sono la costante cornice.

video di Marcella Chirchio

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