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La morte dei piccolo Andrea a Sharm: come avviene l'infezione da contatto o ambientale

I funerali del piccolo Andrea Mirabile

Da giorni si sente parlare di infezione da contatto o ambientale. Ma cosa è una infezione da contatto? I termini sono venuti alla ribalta nelle cronache della vicenda che ha coinvolto la famiglia Mirabile, di Palermo, partita per una vacanza a Sharm el-Sheik il 26 giugno scorso. In Egitto il piccolo Andrea Mirabile, di soli 6 anni, ha perso la vita, le cause sono ancora da accertare.

Inizialmente si è pensato che la tragica morte del bambino potesse essere attribuita ad una intossicazione alimentare. Negli ultimi giorni, però, i sanitari hanno aperto ad altre ipotesi, appunto un’infezione da contatto o ambientale. Il contagio, in questo caso, può avvenire ovunque ed è bene distinguerlo in diretto e indiretto: nel primo caso, l’individuo viene contaminato direttamente dalla sorgente dell’infezione, ad esempio attraverso contatto sessuale (piccole lesioni, secrezioni e fluidi organici) o per trasmissione aerea (goccioline di saliva). Nell’ipotesi di un contagio indiretto, invece, questo viene mediato da altri vettori come animali, insetti, aria, suolo, alimenti, e ancora acqua, effetti personali, giocattoli, denaro. Anche asciugamani e biancheria ad uso promiscuo, così come piscine e bagni pubblici, possono rappresentare una fonte indiretta di contagio per alcune malattie - in genere, però, è il caso di micosi.

Una volta entrati nell’organismo, gli agenti patogeni possono moltiplicarsi, dando inizio all’infezione e che può sfociare, quindi, nello stato latente o conclamato della malattia. Durante il decorso, questi microrganismi possono, quindi, fuoriuscire dal soggetto e costituire una fonte di contagio per altri individui.

«Questo tipo di infezioni possono essere prese ovunque - spiega Antonio Cascio, infettivologo dell’ospedale Policlinico Paolo Giaccone di Palermo -, può bastare anche toccare una superficie infetta con le mani e poi portarle alla bocca o toccare del cibo che poi si mangerà». Sul caso del piccolo Andrea, Cascio non si sbilancia: «Stanno facendo gli accertamenti. Al momento però - conclude -, per dire così vuol dire che non hanno ancora un’idea ben chiara».

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