Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Escrementi, polvere e ragnatele sulle bare: il video della vergogna ai Rotoli di Palermo

Escrementi, liquami e ragnatele. Non avremmo voluto ritornarci ma, dopo tre anni di emergenza per le bare insepolte, al cimitero dei Rotoli di Palermo è cambiato poco. Le casse più fortunate lasciano i depositi facendo spazio a nuove. E così – a guardarla – la situazione sembra sempre la stessa.

Il nostro tour dei Rotoli comincia poco dopo aver varcato il grande portone d'ingresso, al numero 96 di via Papa Sergio I. Dopo cinque passi, ancor prima di accedere al camposanto, sulla destra una porta socchiusa invita ad entrare. Il primo deposito improvvisato per sfuggire all'emergenza è Sala Bonanno. Le bare sono accatastate su tre piani, tra la polvere e le ragnatele. In una di queste, Simona ha colorato un grande cuore rosso per il papà, Alessio.

L'odore è nauseante, spinge a fare dietro-front, e un rumore fastidiosissimo riempie le due sale. Sul tetto in legno si intravedono i nidi delle rondini. Qui dentro molte bare sono ricoperte da escrementi di volatili. Altre sono state divelte e per terra si intravedono le chiazze scure dei liquami. Per accedere alla seconda sala si fa parecchia fatica: il passaggio è ristretto dai defunti insepolti.

Il secondo deposito si trova poco distante, percorrendo viale della Trasfigurazione, sulla sinistra. In quello che sembra essere il parcheggio per i veicoli della Re.Se.T., un capannone ospita altre bare. La condizione delle casse è simile a quella del precedente deposito: impolverate, giacciono accatastate una sopra l'altra. Alcune sono ricoperte da sacchi e chellophane, altre – in metallo - a mala pena recano scritto il nome del defunto. Del nastro adesivo tiene attaccate le foto.

Un signore sulla quarantina entra nella struttura in ferro all'aperto per lasciare dei fiori. “La mamma è sempre la mamma – spiega – dovevo venire a trovarla per forza, anche in queste condizioni”. La sua bara è in attesa di sepoltura dal 7 giugno: “Rispetto alle altre bare di cui ho letto le date è fresca”, commenta, mentre con la mano si tiene un fazzoletto di stoffa bianca sulla mascherina. “C'è una puzza terribile – spiega - la mascherina non basta”.

Poi ci sono i due tendoni bianchi. I depositi più filmati e fotografati dai cronisti da due anni a questa parte. Lungo viale della Resurrezione ci sono passati tutti: persino i politici, per fare comizi e lamentarsi. Eppure le bare sono ancora lì. Col caldo, sotto i tendoni, l'odore dei liquami si fa ancora più forte. A terra fiori secchi e grandi chiazze nere. I liquami colano pure dalle bare in alto. Così alcune tombe si ritrovano ricoperte dalle chiazze dei vicini di sepoltura. C'è chi sotto alla bara ci ha messo un cartone, per assorbire il liquido che esce. Tutt'intorno volano le mosche.

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia