Dopo giorni di protesta i lavoratori Almaviva e Covisian hanno messo in scena un flash mob in piazza Politeama, a Palermo. È un altro tentativo per pressare Roma affinché sia riconvocato il tavolo ministeriale sulla vertenza dei 543 operatori del call center. La manifestazione, dicono gli organizzatori, è un'iniziativa «contro il silenzio assordante del governo, per pretendere il rispetto per questo 543 famiglie "usate" da Alitalia prima e Ita Airways dopo e licenziate da un'azienda di Stato».
I tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Palermo, Mario Ridulfo, Leonardo La Piana e Luisella Lionti, hanno scritto una lettera al ministro del Lavoro, Andrea Orlando: "La vicenda che riguarda 543 lavoratori di Covisian non può essere classificata come una normale 'vertenza'; è un tema che riguarda la città di Palermo ma anche la credibilità delle Istituzioni rispetto a una idea di sviluppo che tutti continuano a ripetere che debba ripartire dal Sud di questo Paese".
I sindacati sollecitano "un intervento urgente e immediato con l'attivazione del tavolo ministeriale alla presenza di tutti i soggetti coinvolti. Si tratta di un numero di lavoratori e lavoratrici imponente per una città già allo stremo socialmente come la nostra, con tassi di disoccupazione molto alti, con ampio ricorso al reddito di cittadinanza e con un lavoro purtroppo molto precario".
"Serve - aggiungono - che si rispettino gli accordi presi, che non venga disatteso quanto previsto dalle norme. La non applicazione della clausola sociale, il mancato rispetto degli accordi ma anche la scelta di Ita di non presentarsi al tavolo hanno rappresentato non solo qualcosa di inusuale ma anche un grave e negativo episodio per le relazioni industriali e sindacali nonché un comportamento che potrebbe definirsi 'negligente'".
"Se una società come Ita, pubblica al 100 per cento, tiene questi comportamenti che potremmo definire arroganti, abbiamo la ragionevole preoccupazione che ci possano essere comportamenti emulanti anche di altre aziende di altri settori", concludono i tre segretari".
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