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Palermo, stroncato dal Covid come i suoi fratelli: strazio ai funerali di Massimo Vinci

“Eccoci qua, ancora una volta, a rivivere lo strazio di un addio che noi non avremmo mai voluto ripetere”. A parlare è Enza Ciulla, avvocato e amica della famiglia Vinci, stroncato dal Covid a 53 anni, a distanza di poco meno di un mese dai due fratelli, Rita e Francesco.

Nella chiesa di San Domenico, a pochi passi dalla movida palermitana che tanto amava, sono stati celebrati i suoi funerali. “Avevamo vissuto l'illusione che almeno tu ce l'avresti fatta – continua il legale - ma purtroppo non è stato così. Ti sei ricongiunto ai tuoi fratelli e noi ci consoliamo nell'immaginarvi di nuovo insieme. A ridere, a scherzare e ad organizzare con gli angeli i grandi eventi del paradiso”.

Di Massimo, gli amici ricordano la sua grande vitalità. “La tua gioia di vivere e il tuo splendido sorriso era contagioso per tutti noi – ricorda all'ambone un amico - in qualsiasi situazione avevi sempre la capacità di trovare le parole giuste e di conforto, riuscivi sempre a strappare un sorriso con la tua geniale ironia”.

“Io non ho conosciuto Massimo – ha detto, nel corso dell'omelia, il sacerdote – ma dalle foto che ho visto pubblicate su internet mi ha colpito tantissimo la sua vitalità, risaltava. Le persone vitali sono attraversate da una certa forza che chiede di continuare, ed è un mistero come ad un certo punto davanti a questa vitalità la vita stessa si blocca”.

“Avevo tre magnifici amici unici e rari – commossa, l'amica Cetty, ricorda i tre fratelli - di quelli che incontri una volta nella vita, che t'accolgono a braccia aperte e ti adottano così da diventare famiglia anch'essa. Oggi c'è solo il povero corpo di Massimo qui con noi, Rita e Francesco l'hanno soltanto preceduto a causa di questa nuova peste nera che il nostro infinito sapere non è riuscito a sconfiggere e se li è portati via”.

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