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Bare in deposito da un anno, al cimitero dei Rotoli lacrime e rabbia: "Orribile piangere i nostri cari così"

C'è chi tiene in mano un secchiello blu e una spugnetta, chi porta con sé dei fiori. Si avvicina il 2 novembre e i palermitani si recano al cimitero per fare visita ai loro cari defunti. Grandi e piccini, singoli e famiglie; i viali silenziosi dei campisanti si riempiono. Parenti, amici, semplici sconosciuti, si fermano un attimo davanti al feretro in raccolta e recitano una preghiera. Non tutti, però, hanno la fortuna di piangere i propri morti degnamente sepolti.

Al cimitero dei Rotoli, accatastati sotto due grandi tendoni di plastica usurati, i feretri accumulati durante l'emergenza sanitaria. Tanti, troppi, in attesa di un posto sotto terra, da più di un anno. “Il mio compagno è da sei mesi qui sopra – spiega Ester Elvira Susanna – è messo in alto, questo mi consola un po'. Però vorrei avere una bella fotografia, una bella sepoltura”.

L'odore è forte e sgradevole. E, nonostante la pioggia, la gente preferisce evitare il passaggio dal tendone. “Qua dentro è impossibile anche entrare a fare visite – commenta una signora sulla quarantina, ha in mano un mazzo di rose rosse – c'è una puzza tremenda, questa situazione è orribile. Ci affidiamo alla buona volontà dell'amministrazione speriamo trovi un posto”.

“Mia nonna è qui da un anno – spiega un uomo, non vuole essere inquadrato dalle telecamere, non è il momento, però si sfoga: – vengono a fare le passerelle, ma non cambia nulla”. Passando, qualcuno recita un eterno riposo o si fa un segno della croce, qualcun altro invece getta uno sguardo al contempo incuriosito e sconfortato.

“Nessuno che entra a fare pulizia - afferma una signora sulla cinquantina, anche lei piange un defunto in attesa di sepoltura - è una vergogna, si entra giusto per lasciare un fiore e poi si va via dalla puzza”.

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