Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Mafia a Palermo, blitz con 8 arresti a Tommaso Natale: la scalata di Caporrimo tra scommesse, estorsioni e violenze

Era tornato in libertà a maggio del 2019 ma non accettava il ruolo di comprimario nel mandamento mafioso di Tommaso Natale. In quel momento iniziava la scalata al potere di Giulio Caporrimo che in pochi mesi impose la sua "legge" fatta di intimidazioni e violenze.

Estorsioni, attentati, minacce erano le armi del boss e dei suoi uomini. Attorno a lui ruota l’indagine “Bivio”, giunta alla sua seconda fase, dopo l'operazione del 26 gennaio scorso e che oggi ha portato a otto arresti da parte dei carabinieri del Comando provinciale di Palermo che hanno dato esecuzione a un’ordinanza emessa dal Gip su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo. Il bilancio è di sette persone in carcere e una ai domiciliari.

L’indagine, seguita da un pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, assesta un nuovo duro colpo al mandamento mafioso di Tommaso Natale dopo un decennio di blitz.

Gli arrestati

Ecco chi sono gli arrestati nell'operazione di oggi. In carcere: Vincenzo Billeci, 52 anni, Giulio Caporrimo, 52 anni, Francesco Caporrimo, 27 anni, Antonino Ciaramitaro, 29 anni, Fabio Gloria, 46 anni, Vincenzo Taormina, 49 anni, Giuseppe Vassallo, 56 anni. Ai domiciliari Fabio Ventimiglia, 44 anni.

La scalata di Caporrimo

Al momento della sua scarcerazione, due anni fa, Giulio Caporrimo preferì trasferirsi a Firenze piuttosto che accettare le nuove dinamiche del mandamento che era allora nelle mani di Francesco Palumeri, designato come proprio sostituto da Calogero Lo Piccolo. L'indagine ha svelato il percorso attraverso cui il boss prese le distanze dai nuovi capi lasciando Palermo per poi tornare da reggente consolidando e ricompattando attorno a sé l'intero mandamento.

Mafia e scommesse on line

La seconda tranche dell’indagine "Bivio" ha consentito di far luce anche su una serie di reati commessi dagli arrestati di oggi tra i quali lo stesso Caporrimo e il figlio Francesco, i quali avevano allargato il loro giro di affari sul settore delle scommesse on line.

Tra gli arrestati di oggi c'è anche Giuseppe Vassallo, palermitano trasferitosi a Firenze che, grazie agli accordi con Giulio Caporrimo e Antonino Vitamia, commercializzava i propri siti per le scommesse on line sul territorio del mandamento di Tommaso Natale, riconoscendo parte degli utili alla mafia.

Le violenze e le estorsioni

Non solo scommesse on line. Le indagini hanno messo in luce le pressioni dei boss attraverso le estorsioni nei confronti delle imprese del territorio. Sono state ricostruiti 11 casi, due dei quali denunciati spontaneamente dalle vittime e commessi con violenza o atti intimidatori.

Fra gli episodi svelati dall'inchiesta l’incendio in un esercizio commerciale di Sferracavallo, attentato che è stato ricondotto al tentativo ordito dei Caporrimo e di Francesco Ventimiglia di farsi assegnare la gestione del locale. Avrebbero così dato alle fiamme il locale per vincere le resistenze del titolare.

Un altro incendio fu appiccato nel cantiere edile per la realizzazione della rete fognaria di Sferracavallo per ottenere da Antonino Vitamia e da Vincenzo Taormina il subappalto di alcune lavorazioni, un altro ancora, invece, registrato in diretta dalle microspie degli investigatori, distrusse il furgone di una società di costruzioni.

Vittima di intimidazione anche una società edile che stava svolgendo lavori di ristrutturazione di un immobile a Sferracavallo. L'obiettivo da parte di Vitamia era ottenere la commessa per i lavori di impiantistica.

Dall'inchiesta emerge anche il tentativo di Vincenzo Taormina di vietare la possibilità di svolgere lavori di scavo nella zona di Sferracavallo ad un imprenditore, rivendicando la potestà sul territorio che consentiva soltanto a lui e Francesco Adelfio la possibilità di svolgere questi interventi nel territorio dell’intero mandamento.

Vittima di estorsioni un cantiere edile di Sferracavallo, un commerciante di Tommaso Natale ad opera tra gli altri di Fabio Gloria e un cantiere edile da parte di Vincenzo Taormina. Le indagini hanno poi svelato i “cavalli di ritorno” che hanno consentito agli affiliati di farsi consegnare denaro per la restituzione di veicoli rubati.

Persone:

Caricamento commenti

Commenta la notizia