In via Simone Gulì, a Palermo, il cumulo di spazzatura diviene talmente grande da ingombrare le carreggiate e impedire il transito delle auto.
Nella tarda serata di ieri sono intervenuti i carabinieri, nelle ore successive l’immondizia è stata raccolta e la strada liberata, ma al mattino rimane ancora l’odore nauseabondo dei rifiuti, ci sono pozzanghere e melma mista a cenere, vetri rotti, e appena poco più in là dei cassonetti vuoti campeggia un’altra torre di sacchetti abbandonati.
“Questa zona conta meno delle altre”, dicono arresi i residenti della zona poco distante dai Cantieri navali, che si sono accorti della presenza di scarafaggi e topi, attirati dai rifiuti rimasti a stagnare per settimane sui marciapiedi.
“Sono entrati nelle case - raccontano - e il problema qui è che nessuno ritira la spazzatura per troppo tempo”. L’allarme però non riguarda solo via Gulì ma anche tutte le traverse e i vicoli che vi si affacciano, dove vivono e giocano bambini.
In vicolo Pipitone lattine schiacciate, fazzoletti, sigarette e piante selvatiche si annidano sul ciglio delle strade, “perché nessuno viene mai a spazzare”, ma è solo il preludio di cosa si nasconde in un lotto fitto di vegetazione a pochi passi da lì. Qui si apre un passaggio spesso percorso dai piccoli del quartiere, che li conduce dritti a scuola.
E tra l’erba secca e alta spuntano divani, tavoli rotti, mobili ingombranti di tutti i tipi, accanto a sacchi di spazzatura e oggetti abbandonati. C’è perfino un pozzo dismesso adibito a vera e propria discarica. Temono gli incendi i residenti, e ciò che si potrebbe annidare dietro le mura e le lamiere che cingono le tante palazzine abbandonate nel quartiere.
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