"Allora ti dico una cosa... Tu hai due figli, vero? Sono la tua vita, vero? I tuo figli sono la tua vita. Il Signore ci deve guardare i tuoi figli e i miei figli!". Una minaccia, nemmeno troppo velata, che coinvolge la famiglia di uno dei gestori dei locali notturni coinvolto nel "giro" di buttafuori" imposti da Cosa Nostra.
Nell'operazione "Octopus" numerose le intercettazioni che hanno consentito di documentare le estorsioni nei riguardi dei titolari di almeno cinque locali notturni di Palermo e provincia ai quali veniva imposta, mediante violenze e minacce, la loro "vigilanza". Sono scattati undici arresti.
Ad esempio Massimo Mulè, ritenuto reggente della famiglia mafiosa di Palermo Centro, arrestato prima nell'operazione Perseo del 2008 e successivamente nel 2018 nell'operazione Cupola 2.0 e che lo scorso agosto era stato scarcerato dal Riesame, aveva imposto che il cognato Vincenzo Di Grazia fosse impiegato stabilmente nella gestione della sicurezza nel corso di diverse serate organizzate presso un noto locale della movida palermitana.
Le lamentele del capo della sicurezza di quel locale, costretto a escludere, a turno, uno degli addetti solitamente impiegati, sarebbero state soffocate dai fratelli Andrea e Giovanni Catalano con minacce pesantissime nei suoi riguardi e dei suoi familiari. "Vedi che ora ti faccio scoppiare la terza guerra mondiale, là sopra volano tutti dalle finestre, capito?"
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