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Festino di Santa Rosalia, i detenuti dell'Ucciardone di Palermo realizzano il carro

Sono una decina i detenuti dell’Ucciardone di Palermo coinvolti nella realizzazione del carro trionfale della 395/a edizione del Festino di Santa Rosalia, tra loro c'è anche Carmelo: "Da catanese - dice - conosco la festa di Sant'Agata, immergersi in questo lavoro mi dà modo di capire cosa provate voi per questa festa".

Accanto a lui Francesco, palermitano: "Siamo qui perché abbiamo fatto qualcosa di sbagliato, ma questa è la nostra occasione per dimostrare che possiamo fare delle cose buone per la città". Alcuni di loro lavorano da volontari; oggi la divisione dei compiti tra chi dovrà carteggiare, tagliare il legname in pannelli o fare altro.

C'è riserbo da parte degli organizzatori su disegni e modellini, ma a spiegare il tema ispiratore, simbolo del percorso rieducativo dei carcerati, è il direttore artistico Lollo Franco: "Lo sgabello sarà il tema del nuovo carro e sarà il podio su cui sarà posta la Santa. Secondo una legge borbonica lo sgabello, infatti, era l’unica seduta consentita ai detenuti perché sprovvisto di spalliera, considerata invece un’arma contundente".

"Una scelta che permetterà di 'annacare' (dondolare, ndr) nuovamente il carro, come una volta", spiega il docente di scenografia Fabrizio Lupo, che aggiunge: "Dopo l’esemplare realizzato qui e donato al Papa, alcuni sgabelli decorati dai detenuti saranno esposti al museo Riso di Palermo in occasione della Settimana delle culture".

Con loro c'è anche Vincenzo Merlo, docente che da 18 anni collabora con i detenuti dell’Ucciardone: sua l’idea di recuperare gli arredi dismessi delle celle e di iniziare il lavoro con gli sgabelli. A collaborare al carro anche sei studenti dell’Accademia di belle arti di Palermo. "Manderò un invito al ministro della Giustizia che, se ritiene, potrà partecipare a questa edizione del Festino. E’ la conferma che anche chi è recluso è palermitano. Per me lo sono tutti, certo, bisognerebbe spiegarlo a Matteo Salvini", ha detto il sindaco Leoluca Orlando, intervenendo insieme all’assessore alla Cultura Adham Darawsha, alla direttrice della Casa di reclusione Giovanna Re, a Lollo Franco e a Fabrizio Lupo.

"La peste oggi per Palermo è l’inquietudine, tema scelto per il Festino di quest’anno - ha aggiunto il sindaco - un po' di inquietudine è normale, l’importante è che non si trasformi in intolleranza e violenza. Se si considera il diverso un nemico si alimenta la paura, questo festino invece è la conferma di come dobbiamo e possiamo avere cura dell’altro e della comunità".

Intervistati: Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, Carmelo detenuto, Lollo Franco e Vincenzo Merlo professore

Video Marcella Chirchio

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