
PALERMO. «Lo ha ammazzato con una rabbia che si trascinava ormai da anni, non è la prima volta che ci provava. In passato l' ha fermato la moglie, stavolta lo ha preso alle spalle e non si è potuto difendere. Mio fratello non meritava di morire in questo modo, non lo meritava».
Piange e si dispera Maria, una delle sorelle di Vincenzo Guercio, 78 anni, ucciso ieri mattina dal cognato Andrea Patti, 79 anni, con dei colpi d' ascia. Fuori dalla camera mortuaria dell' ospedale Villa Sofia si sono riuniti parenti e amici, non appena saputo della tragedia.
Rabbia e dolore si mescolano per una morte che tutti considerano semplicemente assurda. «Il loro odio andava avanti ormai da tempo, mio cognato non ha mai potuto sopportare mio fratello, senza una ragione particolare poi- continua la sorella-. Questo omicidio non nasce da questioni di soldi o di altro, è stato per odio, odio allo stato puro. Vincenzo era uscito di casa verso le 9.30, lui lo aspettava per ucciderlo.
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