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Palermo, rivivono al Museo Riso dubbi e angosce della strage di Ustica

27 giugno 1980: il DC9 dell’Itavia in volo tra Bologna e Palermo viene abbattuto al largo dell’isola di Ustica, muoiono 81 persone. È uno dei grandi misteri italiani, irrisolto dopo oltre quarant’anni, domande senza risposte, responsabilità cadute nel vuoto. L’artista e performer marchigiano Giovanni Gaggia da oltre dieci anni ha dato vita a un progetto che riflette sul legame tra arte e memoria e sull’importanza e la necessità della memoria come impegno civile.

L'opera di Boltanski

Progetto che nasce da una visita che Gaggia fece nel 2010 al Museo per la Memoria di Ustica, a Bologna, dove è custodita la grandiosa e poetica installazione di Christian Boltanski, costruita intorno alla carcassa dell’aereo. Gaggia inizia a disegnare, i suoi schizzi vivono attorno a macchie ematiche, nasce così SanguinisSuavitas, come segno di memoria viva.

L'arazzo

Cinque anni dopo, a Palermo, Gaggia realizza un arazzo, in cui ricama la frase Quello che doveva accadere, dettagli da Daria Bonfietti (presidente dell’Associazione Parenti delle vittime della strage di Ustica) durante il loro primo incontro davanti all’installazione di Boltanski. Resta sospesa l’ultima lettera, che l’artista ricamerà invece a Bologna, durante una performance.

L'ottantaduesima vittima

Nel 2016 Gaggia incontra le figlie di Aldo Davanzali, proprietario della compagnia aerea Itavia, morto nel 2005 e considerato a tutti gli effetti l’ottantaduesima vittima della strage. Da questo incontro nasce un nuovo capitolo del percorso e un nuovo arazzo. Diversi altri capitoli hanno preso corpo, Quello che doveva accadere è diventato un progetto composito, artistico e civile, che utilizza linguaggi diversi.

La mostra di Palermo

È giunto il momento di tornare a Palermo: Quello che doveva accadere | Pratica Poetica Politica, a cura di Desirée Maida, si inaugura il 6 maggio al Riso, Museo Regionale di Arte Moderna e Contemporanea, che la ospiterà fino al 26 giugno. La mostra, fortemente voluta dall’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà, è promossa dal Museo Riso e organizzata e prodotta da Terzo Millennio srl – Progetti Artistici, con il sostegno dell’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana; realizzata con la collaborazione del Museo Tattile Statale Omero di Ancona – per il quale Gaggia ha realizzato un arazzo con la scritta Quello che doveva accadere in Braille – e di Istituzione Bologna Musei | Museo per la Memoria di Ustica, in partenariato con l’associazione Parenti delle vittime della strage di Ustica e l’associazione Noi dell’Itavia.

Il nuovo arazzo e il catalogo

Sarà un percorso a step: un laboratorio didattico sul potere della memoria; l’esposizione delle opere realizzate dall’artista negli ultimi 10 anni sul tema della strage di Ustica, summa del lavoro svolto finora; un nuovo arazzo che verrà donato al Museo Riso, così che a Palermo possa restare viva la memoria del disastro del 1980. Nell'ambito della mostra, verrà realizzato un catalogo edito da Nfc Edizioni, concepito come un «fascicolo» che andrà a completare la pubblicazione del libro di Gaggia Quello che doveva accadere (2021).

Il laboratorio con gli studenti

Coltivare la memoria sin dai banchi di scuola: ne è convinto Giovanni Gaggia che con Desirée Maida condurrà (dal 28 aprile) un laboratorio con gli studenti della classe IV H del Liceo Classico Vittorio Emanuele II di Palermo, realizzato nell'ambito del progetto formativo Io faccio, che mette in relazione il settore educazione del museo Riso e il liceo palermitano. Con i ragazzi l’artista discuterà di memoria e responsabilità civile. Tutto il lavoro con i ragazzi formerà anche un video che diventerà parte integrante della mostra.

La biografia

Giovanni Gaggia (Pergola, provincia di pesaro Urbino, 1977), nel 2008 fonda Casa Sponge, luogo di accoglienza e rifugio di artisti. Nel 2016 pubblica il libro Inventarium, presentato in molte istituzioni italiane. Ha partecipato a mostre personali, collettive, progetti di residenza e conferenze su tematiche sociali e politiche. Le sue performance sono state presentate in teatri, gallerie e festival. Nel 2019 apre con una sua performance il padiglione di Beverly Pepper, collaterale della 58.a Esposizione internazionale d’arte – La Biennale di Venezia. Nel 2020 realizza l'immagine della XVI giornata del contemporaneo promossa da Amaci (Associazione dei musei d’arte contemporanea italiani) per il Musma - Museo della scultura contemporanea di Matera. Una delle quattro cover di Espoarte 110 per festeggiare i vent’anni della rivista è a lui dedicata. Dal 2021 Il Museo tattile statale Omero di Ancona ospita in permanenza il suo progetto Quello che doveva accadere, ovvero l’arte come memoria civile. L'intero processo è raccontato nell'omonimo libro d'artista, Nfc edizioni. Nello stesso anno esce per la collana Effusioni di Gusto, Maretti editore, Mauro Uliassi incontra/meets Giovanni Gaggia e l’artista marchigiano realizza due personali, Ho visto un'alba blu al Museo della ceramica di Savona e Il tempo se ne va al Musma Museo della scultura contemporanea di Matera.

 

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