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Palermo in Serie B, la cavalcata vincente dei rosanero che ha portato alla promozione - LE FOTO

Un finale di stagione esaltante come nessun esercizio dell’immaginazione avrebbe fatto credere. Gli spareggi promozione giocati alla perfezione solo con vittorie esterne e poi la possibilità di regolarsi nelle gare di ritorno. Una coda entusiasmante che ha riacceso la passione in città per il Palermo. Eppure la stagione era stata tutt’altro che esaltante. Balbettante è il termine giusto; fatta di alti e bassi che hanno compromesso la lotta alla promozione diretta che oggi, col senno di poi, si capisce come fosse invece possibile. Il campionato è stato generalmente mediocre, nessuna squadra ha mai spiccato il volo, tranne il Bari nelle ultime giornate, favorito anche da qualche passo falso delle inseguitrici.

Un campionato, quello rosanero, che ha sicuramente subito un’inversione di tendenza con l’arrivo, a Natale, di Silvio Baldini fortemente voluto dal presidente Mirri anche contro il parere di qualche collaboratore. Non che Filippi, in termini di classifica, stesse facendo malissimo; ma nelle ultime gare la squadra faticava troppo, non convinceva e commetteva sempre gli stessi errori.

Non aveva iniziato benissimo il Palermo che nelle prime giornate trova diverse matricole sul suo cammino con cui non riesce ad ottenere il bottino pieno, anzi subisce una clamorosa sconfitta a Taranto. Pareggi con Messina e Monterosi, mentre al Barbera inizia il cammino strepitoso che si ripeterà per tutta la stagione. La sconfitta di Torre del Greco è pesante e fa esplodere anche il capitano De Rose che parla di figuraccia. Poi un trittico di successi consecutivi aveva illuso che la squadra potesse riprendere il cammino verso il vertice ma la pesante sconfitta di Picerno e quella successiva nel derby, spengono gli entusiasmi.

La batosta di Latina è la goccia che fa traboccare il vaso e determina l’esonero di Filippi. L’arrivo di Baldini non è esaltante: la squadra continua ad alternare cose buone e meno buone: perde malissimo a Foggia e immeritatamente a Francavilla. Poi inizia a carburare. Vince ad Avellino lo scontro diretto ma a Potenza va sotto di due gol (poi recuperati) facendo imbufalire Baldini. Forse è quello il momento della svolta perché da quel momento sono solo successi o pareggi, sebbene qualcuno amara come con Andria e Messina che compromettono definitivamente qualunque speranza di promozione diretta.

Si inizia a parlare di puntare alla migliore posizione possibile e la stagione regolare si chiuderà con un terzo posto che in chiave playoff si dimostrerà fondamentale consentendo ai rosanero di essere testa di serie e giocare in casa le gare di ritorno. Il resto è storia, storia di oggi. Lo stadio che esplode, la standing ovation al momento dell’uscita di Brunori, le trombette, le bandiere, i cori. Tutte dimostrazioni di quanto questa città avesse bisogno di una squadra nella quale immedesimarsi e per la quale tifare e soffrire.

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