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Le trasferte, i playoff e il tifo: la febbre rosanero unisce Palermo e Torino

Cosa è la passione? A volte non si può spiegare, soprattutto quando di mezzo c'è il gioco del calcio. Una fonte di ispirazione può essere Mara Saviano, tifosa del Palermo che vive a Torino e membro dell'gruppo "Rosanero Unnegghiè". Un circolo fondato alla fine del 2019 con l'obiettivo di riunire tutti gli appassionati del Palermo che vivono ovunque, in Sicilia o al Nord Italia.

"Unnegghiè", appunto, per dare anche la giusta sfumatura di sicilianità. Per dare un tocco goliardico e far capire che c'è spazio per tutti coloro che amano il rosa e il nero nel mondo. Ma soprattutto per identificarsi come "figli" della Sicilia. "Ci siamo fatti tutte le trasferte di questi playoff, è stato un momento emozionate - racconta Mara Saviano - soprattutto perché ci siamo ritrovati dopo molto tempo, visto che per noi non è stato semplice riunirci in trasferta in questo campionato. Territori come Picerno, Monopoli, per capirci, erano irraggiungibili per motivi familiari e di distanza. Ritrovarci di nuovo insieme in questi playoff è stato emozionante e motivo di grande orgoglio. Riempire gli stadi del Nord Italia significa per noi condividere in maniera viva la nostra passione. Per un palermitano che vive fuori sede Palermo e il Palermo sono l'unica cosa. Bere una birra insieme ad un palermitano prima della partita, riunirsi, piuttosto che caricarci e caricare la squadra, è un momento di grande festa".

Da genitore in figlio, la fede rosanero si tramanda per tradizione, per cultura, per passione. Mara Saviano racconta come anche i suoi figli siano innamorati del Palermo. Violante la femminuccia, Manfredi il maschietto: l'una a Chiavari, l'altro a Salò. Entrambi hanno portato fortuna alla squadra di Silvio Baldini.

"Ho due figli bellissimi. Sono stati 'battezzati' a questa fede fin da piccolissimi, sono due cuoricini rosanero. Come fece mio padre con me a 3 anni e mezzo, portandomi allo stadio, io faccio con loro. Violante è stata a Chiavari, ha incontrato il nonno e lo zio che venivano dalla Toscana, è stato un momento di aggregazione bellissimo, di identificazione, di famiglia. Un po' un mix che ci riporta alle nostre radici, tradizioni".

Manfredi ha vissuto un'esperienza che non dimenticherà mai: "L'ultimo pallone, quello calciato in porta da Soleri che ha fatto il gol, è stato tirato nel settore ospiti. I ragazzi della Curva Nord 12 hanno fatto un gesto che non dimenticherà mai: hanno chiamato mio figlio e gli hanno regalato questo pallone, un cimelio in ricordo di una partita storica per il Palermo. Era felice, è venuto da me e mi ha detto 'Mamma è stata una giornata emozionante, fantastica, non la dimenticherò mai'. Cosa significa per me da madre tutto questo? Portare avanti una passione, una tradizione che non morirà mai, come fece mio padre con me. Un tatuaggio sulla pelle che non se ne andrà mai".

Adesso lei, come tutti i tifosi del Palermo nel mondo, credono nella Serie B. E con un pubblico così sarà più facile: "Adesso c'è la finalissima contro una squadra gemellata come il Padova. Abbiamo in panchina un mister gagliardo, dei ragazzi che ci credono e un pubblico che dà una carica pazzesca. Garantisco che anche fuori casa, nonostante non si fosse in 35.000, i tifosi si facevano sentire. Penso sia una rivoluzione proprio culturale. Quando c'è questa scia di buon destino che finora ci ha accompagnato, oltre alle qualità tecniche, è chiaro che il pubblico è più facilmente coinvolto. Il pubblico è troppo importante, è mancato per troppo tempo. Io ci sarò sia a Padova che a Palermo, con tutti i ragazzi di 'Rosanero Unnegghiè' e 'Cuori rosanero nel Mondo', una associazione che è nata a marzo 2020 per il lockdown".

Mara non ha dubbi, infine, sull'importanza del pubblico in questa ultima doppia sfida da giocare: "Le gambe dei giocatori saranno spinte dal tifo, saremo il 12esimo uomo in campo. E' mancato tutto questo per troppo tempo e ne hanno sofferto tutti: giocatori, staff, società. Ero al Barbera per Palermo-Triestina, è stata un'emozione unica rivedere lo stadio stracolmo. C'era quel calore di cui i giocatori hanno bisogno. A loro arriva, e danno qualcosa in più".

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