Palermo ha sete di rinascita, ha voglia di speranza e di luce. E si affida a Santa Rosalia ma anche a don Pino Puglisi, di cui quest’anno ricorre il trentennale dell’uccisione mafiosa, e a fratel Biagio Conte, scomparso prematuramente il 12 gennaio di quest’anno. Ruoteranno infatti intorno a questi tre colossi della fede e al tema «Rosalia pellegrina di speranza» le manifestazioni del 399° Festino che stasera avrà il suo culmine con il corteo trionfale nel centro storico. Per poi concludersi domani con la tradizionale processione delle reliquie. Il Giornale di Sicilia, con il quotidiano, il sito, la radio e la tv, è media partner dell'evento. Stasera Tgs trasmetterà in diretta il corteo.
Diverse le iniziative pianificate per celebrare la Santuzza, nonché l’avvio del cammino diocesano lungo l’Anno Giubilare Rosaliano, illustrate pochi giorni fa nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta presso il Salone Filangieri del Palazzo Arcivescovile. Il sindaco di Palermo Roberto Lagalla ha sottolineato: «C’è una tradizione di profonda devozione alla Santa Patrona, e al tempo stesso è una ricorrenza che abbraccia i cittadini sul piano della fede, dell’identità e dell’appartenenza. Il Festino di Santa Rosalia di quest’anno, che mi piace definire come il 400-1, è molto importante perché ci condurrà al Festino del Quattrocentesimo. E quest’anno si ispira a due figure che hanno rappresentato nel migliore dei modi Palermo e che a questa città hanno dato tanto, diventando preziosi esempi da custodire. Mi riferisco a padre Pino Puglisi, del quale quest’anno ricorre il trentesimo anniversario dell’uccisione per mano mafiosa, e al missionario laico Biagio Conte, un’altra figura entrata di diritto nella storia di Palermo, della quale abbiamo il dovere di non disperdere l’eredità. Stiamo parlando di grandi ispiratori, due testimoni di pregiate virtù morali e noi vogliamo proporre alla città il valore della loro testimonianza».
Per l’arcivescovo Corrado Lorefice una scelta importante di tre voci simbolo di Palermo: Rosalia, Pino, Biagio. «Per Biagio era inconcepibile una città senza Dio, non la comprendeva. Rosalia ci ricorda un Dio presente nella città. Da qui l’apertura del mio cuore. La preghiera che voglio innalzare sin da ora per una città che va curata in tutte le sue ferite. Buon 400-1, e buon inizio del 400° festino» ha concluso l'arcivescovo. In quella occasione è stato anche presentato il Carro Trionfale realizzato nell’area della Missione Speranza e Carità di via Decollati. Un carro con una grande luna di 12 metri che stanotte attraverserà la città dal Piano di Palazzo dei Normanni fino al mare. L’idea progettuale del carro è di Filippo Sapienza, Fabrizio Lupo e (anche) Fratel Biagio Conte: «Con la tematica del sogno si è pensato alla notte e il rimando immediato è ovviamente alla luna e alle stelle – spiega Filippo Sapienza, storico dell’arte -. Una scelta iconografica che si sposa anche con la proposta che era di Biagio Conte di porre la statua della santa in basso, vicino alla gente, nell’unione simbolica tra cielo e terra. Rosalia viene incontro alla gente, è a Girolama La Gattuta donna del popolo che lei affida il compito di ritrovare le sue ossa. La luna, simbolo arcaico legato a diverse culture, è descritta sin dai tempi più remoti come sposa o ancella del sole. Elemento legato alla sfera dell’immagine femminile, simbolo di intuizione e di fecondità, di purezza ma anche di ombra, di eternità e di luce divina. La luna con le sue alterne fasi (crescente, piena, calante e nuova) racconta di un continuo e perpetuo movimento di rigenerazione. Anche interiore. La luna è il segno della donna dell’apocalisse che combatte contro il dragone e, per vincerlo, fugge nel deserto come Rosalia, eremita contro ogni male».
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