È la notte dei miracoli, la sera di Santa Rosalia. Da 399 anni a Palermo si ripete quel ribollente spettacolo fede e speranza, cominciato quando una città stremata dalla peste portò in processione le ossa della ragazza eremita - trovate su Monte Pellegrino dopo un sogno rivelatore – liberando dall'incubo i palermitani. Ed è sempre la stessa narrazione che si ripete, quel trionfo con cui si rievoca una tradizione secolare, ma sempre emozionante, identitaria, coinvolgente. Quest’anno il tema è quello del sogno; e della luce che vince il buio, dell’alba che ha la meglio sulla notte e cioè la fede che vince un nemico maligno come il morbo nero.
Ieri mattina, i vigili del fuoco hanno reso omaggio a Rosalia deponendo una corona di fiori sulla facciata del municipio, con l'ausilio di una scala, dove una statua della santa sembra sorvegliare il suo popolo. Omaggio floreale al quale tradizionalmente partecipano, e anche stavolta ovviamente, l'arcivescovo, il sindaco e rappresentanti della giunta e del Consiglio comunale. «Un atto di devozione - ha commentato Roberto Lagalla - che rappresenta una tradizione benedicente per la città e rinfrancante per i suoi amministratori».
Tutto pronto. Ieri sera le prove sono andate per il verso giusto: attori, videomapping, luci, audio, percorsi, spazi, costumi. Anche il carro, piazzato sotto Porta Nuova già da mercoledì sera, è stato completato in loco perché la grande luna era difficile da trasportare intera dalla missione di via Decollati, dov'è stata realizzata assieme al resto della «macchina».
La statua della Santuzza è stata montata in quella parte più bassa, «vicina al popolo», com'era stato il desiderio di Biagio Conte cui questo Festino è dedicato assieme a padre Pino Puglisi. Secondo le ultime informazioni circolate certa la presenza di padre Pino Vitrano, che di frate Biagio fu il braccio destro, sul carro con il sindaco e una casalinga di Brancaccio, Carola Schirò, casalinga madre di tre figli, animatrice del centro Padre Nostro che si ispira a padre Puglisi. Insieme grideranno per tre volte «Viva Palermo e Santa Rosalia».
Alle 21.15 parte la performance sul piano di Palazzo Reale, la voce narrante sarà quella di Salvo Piparo, seguita poi da quelle di Egle Mazzamuto, Stefania Blandeburgo e Rori Quattrocchi. Poi, il carro che rimarrà al buio, lentamente comincerà a scivolare per il Cassaro. Si attende una folla significativa nella considerazione che questa è davvero la prima edizione post-pandemia. Le stazioni dove il racconto della città liberata dalla peste si scioglierà sono la cattedrale (dove la statua della Santuzza sarà svelata), momento in cui le luci si accenderanno, i Quattro Canti e Porta Felice.
In questa ultima stazione verranno proiettati i volti di Biagio Conte e Pino Puglisi sulle facciate del monumento. La «Cantoria» del Teatro Massimo, sulle scale delle Mura delle Cattive, intonerà musiche di giubilo. L’ultima stazione fino al Palchetto della Musica: sarà il momento finale del corteo trionfale che sarà affidato alle note della più antica banda musicale regionale, quella di Ciminna, che eseguirà l’inno tradizionale alla Santuzza. Secondo i tempi dello spettacolo la sfilata del carro durerà 75 minuti (ma è una stima indicativa), poi si darà il via ai fuochi d'artificio, un po’ prima di mezzanotte e mezza. Sul percorso niente tavolini né gazebo né panchine (tutto rimosso), vietata anche la vendita di superalcolici.
Nel video le prove generali
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