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Palermo, si abbassa la saracinesca di Sem, negozio di abbigliamento che ha vestito anche vip

Sem

Manuela Arcuri, Loretta Masiero e Moana Pozzi. Sono solo alcune delle clienti vip che quando passavano da Palermo avevano come tappa obbligatoria Sem, negozio d’abbigliamento femminile molto noto in città che adesso allungherà la già sterminata lista dei punti vendita palermitani che hanno abbassato per sempre la saracinesca. Un altro tassello di storia che se ne va, lasciando dietro di sé tanta amarezza e tanti ricordi. Aperta nel 1984 da Mirella La Marca, Sergio La Marca e Rosario Ilardo, l’attività fu la prima in città a portare il «pronto-moda», sistema a vocazione ancor più commerciale in mezzo alle tante boutique e sartorie artigianali di quegli anni: il successo fu immediato, tanto da diventare in poco tempo un punto di riferimento per tutta la città grazie al suo saper essere sempre e costantemente aggiornata alle mode detta dagli stilisti.

«Era uno dei primi franchising milanesi - racconta Gaia Ilardo, figlia di Mirella e Rosario - e noi lo aprimmo in città. Poi, dopo qualche anno, la linea fallì, ma abbiamo sempre continuato». Negli anni d’oro, tra gli ’80 e i ’90, Sem a Palermo contava cinque punti vendita, tra cui il primo ad aprire in via Sciuti, poi in via XX Settembre (unico rimasto fino ad oggi), in via Marchese di Villabianca, in via Rosolino Pilo e in via Belgio. Per ogni negozio otto commesse erano pronte a servire e rendere contenti i tantissimi clienti che quotidianamente entravano per acquistare i capi all’ultima moda esposti sugli scaffali.

«Per molti anni è stata una realtà che ha dato lavoro a tantissime persone - prosegue Gaia, emozionata -. Poi abbiamo deciso di rimanere con solo il punto vendita in via XX Settembre. Si è creata una vera e propria famiglia, con le clienti di una vita che venivano e si fermavano a chiacchierare. Era quasi un punto di ritrovo». Gaia, oggi, non ha seguito le orme tracciate dalla famiglia, inseguendo i suoi sogni, ma Sem ha rappresentato una parte essenziale della sua vita. «Ne ho memoria da quando avevo tre anni - continua a raccontare - ricordo mia madre una vera e propria forza della natura, sempre gentilissima con le clienti e quel clima che si creava di familiarità. Dice sempre non posso lasciarti uscire dal mio negozio scontenta. Sei la mia migliore pubblicità».

Adesso, però, tra la batosta subita dalla pandemia e la stanchezza sopraggiunta, mamma Mirella ha deciso di chiudere: «Mia madre ha seguito fino all’ultimo questa attività insieme a mio papà, che ci ha lasciati di recente - spiega la figlia -. Gli aiuti alle piccole e medie attività non bastano e si viene divorati dalle grandi catene di distribuzione. Abbiamo preso questa decisione a malincuore». Il ricordo più bello che Gaia porta dentro, però, rimane il senso della famiglia: «Quando mia madre ha comunicato la decisione alle clienti, tutte storiche, le reazioni sono state di sgomento, qualcuna ha anche pianto. Un rapporto umano, di forte comunicazione. Voglio ringraziare tutti quelli che ci hanno sempre scelto in tutti questi anni e per l’affetto che hanno saputo sempre regalarci».

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