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Funghi e insetti all'assalto: danni a 6 alberi su 10 a Palermo

Dopo il punteruolo rosso sulle palme e lo psillide sui ficus, ecco il parassita che sta distruggendo i tronchi. Piante vecchie, non adatte e mal curate: c’è tutto questo alla base delle molteplici epidemie che stanno cambiando la mappa della vegetazione urbana

PALERMO. Prima il punteruolo rosso, che ha decimato le palme cittadine. Più di recente lo psillide, che toglie smalto e vitalità ai ficus, compreso quello storico di piazza Marina. E adesso i funghi cariogeni, che pensano bene di aggredire gli alberi sia all’interno che all’esterno, corrodendone il legno e portandoli alla morte.

Il viaggio nel verde urbano di Palermo appare meno bucolico che mai e ha i contorni di una natura la cui resistenza è messa davvero a dura prova, tra insetti esotici, l’età degli arbusti che veneranda è dir poco e un sistema di cura del verde - dalle potature ai fondi per mezzi e operai - che, di fatto, sta dimostrando tutti i suoi limiti.

La novità: i funghi cariogeni

Sono dei parassiti e vivono a spese degli organismi viventi a cui si attaccano, in questo caso il 60 per cento degli alberi cittadini. «Inonotus», «Ganoderma» e «Agrocybe» sono solo alcune delle specie che stanno proliferando - a volte anche simultaneamente, in 4 o 5 - sulle cortecce degli arbusti piantati nelle zone più disparate: da via Duca della Verdura a via Libertà, passando anche per via Marchese Ugo e via Ugdulena. «Si tratta di funghi cariogeni - spiega Giuseppe Venturella, professore ordinario di Botanica forestale e Micologia presso il dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell’Università - che agiscono deteriorando il legno. Oltre a costituire motivo di pericolo per persone e manufatti - sottolinea -, sono la causa principale dei danni economici connessi alla produzione, alla lavorazione e alla conservazione del legname». Cosa succede all’albero che viene colpito? «I tessuti non conduttori - sottolinea Venturella - perdono progressivamente elasticità, resistenza e volume, diventando fragili» con il concreto rischio che se ne spezzino i rami se non addirittura il tronco. A completare l’opera di distruzione ci pensa, però, il «Coprinus disseminatus»: «Si tratta - conclude Venturella - di un fungo saprotrofo che fruttifica quasi sempre dopo abbondanti piogge, dura al massimo qualche giorno e cresce su sostanze organiche morte come tronchi a terra, ceppaie, rami spezzati, foglie cadute, escrementi di animali». E le aiuole di Palermo rimaste vuote, in questi giorni sembrano esserne piene: «In via Duca della Verdura se ne vedono parecchi - racconta Marcello Casamirra -. Compaiono periodicamente, soprattutto dopo che piove. Quelli sugli alberi, invece - conclude - sembrano pericolosi, gocciolano».

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