È polemica a San Giuseppe Jato dopo che il sindaco, Giuseppe Siviglia, di Forza Italia, ha annunciato di volere far presentare nel suo paese il libro «Uno così, Giovanni Brusca si racconta», di don Marcello Cozzi, in uscita per le edizioni San Paolo. San Giuseppe è anche la cittadina di cui sono originari i Brusca, dal patriarca Bernardo, ormai defunto, ai tre figli, tutti collaboratori o testimoni di giustizia, come il maggiore, Emanuele, mentre Giovanni e Enzo Salvatore Brusca sono nel novero dei pentiti.
La scelta di Siviglia è stata da lui spiegata con la volontà di far conoscere alle giovani generazioni chi era veramente lo spietato killer vicinissimo a Totò Riina e a Leoluca Bagarella, autore di 300 omicidi, ma non è andata giù all'Udc regionale e della provincia di Palermo: «Permettere la presentazione a San Giuseppe Jato del libro su Giovanni Brusca, responsabile della strage di Capaci e dell’omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo, rappresenta una offesa alla memoria delle vittime», dicono infatti il vicesegretario regionale e il coordinatore provinciale dell’Udc, Salvino Caputo e Paolo Franzella. I due politici chiedono alle commissioni nazionale e regionale Antimafia di «stigmatizzare l’incomprensibile decisione dell'amministrazione jatina», sollecitano un ripensamento da parte di Siviglia e annunciano che se questo non dovesse avvenire, «abbiamo deciso di recarci al Giardino della memoria per deporre una corona di fiori e organizzare un presidio davanti al luogo della presentazione per impedire l'incomprensibile iniziativa».
«Questa vicenda è stata strumentalizzata - replica Siviglia - perché sono sicuro che coloro che hanno fatto dichiarazioni non lo hanno letto e non conoscono l'autore del libro, don Marcello Cozzi, che non elogia Brusca e neanche lo riabilita; Brusca rimane quello che è. Ci sono però alcuni passaggi che vanno divulgati nei luoghi in cui lui é cresciuto. Noi facciamo antimafia e non penso che né Libera, né il centro Borsellino, dove verrà presentato il 18 ottobre, siano realtà che vogliono elogiare i delinquenti come Brusca».
«Non mi impressionano - conclude Siviglia - né i presidi che vogliono organizzare, né tanto meno il fatto che si vogliano rivolgere alle commissioni Antimafia regionale e nazionale. Ben volentieri aspetterei il loro orientamento, sempre ammesso che un fatto del genere possa essere preso in considerazione dalle autorevoli commissioni».
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