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Partinico, revocato l'accreditamento per l'assistenza agli alunni disabili a una cooperativa collegata alla Nido d'argento

Il provvedimento del Comune riguarda la Medea di Monreale, amministrata da persone finite sotto inchiesta per corruzione nell'ambito dell'inchiesta sulle mazzette elargite dall'altra società

È controllata di fatto da rappresentanti della cooperativa sociale Nido d'argento finiti sotto inchiesta per corruzione. Proprio per questo il Comune di Partinico ha deciso di revocare l'accreditamento ad un'altra cooperativa sociale con sede legale a Monreale, la Medea onlus.

Gli uffici dei Servizi sociali hanno di fatto estromesso questa realtà dalla possibilità di svolgere a Partinico il servizio di assistenza all'autonomia e comunicazione (Asacom) in favore di alunni con disabilità che frequentano le scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di primo grado (materne, elementari e medie, secondo la terminologia precedente, la più usata dalle famiglie).  Una decisione, a firma della responsabile del settore, Nadia Vitale, arrivata in seguito all'informativa della procura in cui si evidenzia come i tre principali indagati, Giuseppe Gaglio (nella foto), Francesco Chiavello e Giuseppe Chiaramonte, arrestati all'epoca in cui scattò l'operazione nell'aprile scorso, fossero organici all'interno della cooperativa Medea con ruoli e attività di primo piano.

La Medea era stata accreditata dal Comune in seguito all'avviso pubblico dello scorso 22 maggio, dopo il blitz dei carabinieri alla Nido d'argento. In forza di questo accreditamento, avrebbe potuto di fatto svolgere il servizio di assistenza agli alunni disabili di Partinico. Con questa nuova decisione e la relativa revoca dell'accreditamento, la Medea esce di scena e non potrà quindi più operare su Partinico ed avere rapporti con il Comune.

«Le vicende riportate nell'informazione sull'azione penale e relative al procedimento penale di riferimento - scrive la Vitale nel provvedimento di revoca - sono idonee a incidere negativamente sui requisiti di moralità, integrità e affidabilità professionale nonché in generale sui requisiti previsti dall'articolo 80 del codice dei contratti pubblici, il cui possesso è stato oggetto di dichiarazione sostitutiva nell'ambito della procedura di accreditamento». In buona sostanza, è stato ritenuto dal Comune «prevalente l'interesse pubblico alla revoca del procedimento amministrativo rispetto all'interesse privato dell'operatore economico».

Secondo quanto accertato nel corso delle indagini dalla procura stessa, in più occasioni le cooperative Medea e Nido d'argento hanno costituito tra di loro associazioni o raggruppamenti temporanei d'imprese. Un dato, in rapporto a quanto accertato dall'autorità giudiziaria, che secondo gli uffici dei Servizi sociali del municipio «è idoneo a confermare una condizione di comunanza di interesse e di unicità del centro decisionale delle due cooperative».

L'inchiesta è stata portata avanti dai carabinieri della compagnia di Partinico e ha fatto emergere un presunto giro di corruzione tra pubblici ufficiali per favorire la cooperativa partinicese, la Nido d'argento, divenuta negli anni una delle grandi potenze nell'ambito dei servizi di assistenza sociale in Sicilia. A decidere tutto era il deus ex machina Giuseppe Gaglio: da lui partivano direttive anche ai fedelissimi della cooperativa, così come la decisione dei «regali» da fare, soprattutto in rapporto alla quantità da elargire. Nelle scorse settimane Rifondazione comunista aveva attaccato l'attuale amministrazione in carica, sostenendo che Gaglio fosse stato uno sponsor del governo cittadino guidato dal sindaco Pietro Rao.

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