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In Sicilia controlli inefficaci e contributi pubblici perduti: la dura analisi della Corte dei Conti

La relazione della presidente Anna Luisa Carra nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Palermo

Controlli inefficaci e contributi pubblici che si disperdono. Recuperarli è spesso difficile. È il quadro che emerge dalla relazione della presidente della Corte dei Conti per la Regione Siciliana, Anna Luisa Carra, nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario a Palermo.

Frodi sofisticate

«I controlli posti in essere da Agea e dalle strutture regionali - ha detto la presidente Carra - si sono rivelati inefficaci a disvelare le sofisticate frodi» sui fondi pubblici. Per la presidente «un’applicazione più avanzata delle moderne tecnologie informatiche (senza scomodare l’intelligenza artificiale) potrebbe sicuramente consentire l’acquisizione dei dati veritieri direttamente dalle amministrazioni interessate, minando in radice la possibilità di produzione di auto-certificazioni non veritiere o documenti contraffatti prodotti con la complicità o con la negligenza dei responsabili dei centri di assistenza agricola».

I danni irreparabili

«A fronte delle ingenti condanne - ha aggiunto - che intervengono dopo molti anni dalla percezione del contributo, spesso le possibilità di recupero del danno sono vanificate dal fallimento delle società o dalla nullatenenza degli indebiti percettori e in quei casi in cui la pronuncia abbia ad oggetto imprese attive e produttive, gli effetti restitutori finiscono per gravare indirettamente sui lavoratori di dette imprese, incolpevoli delle frodi perpetrate dai loro datori di lavoro».

I giudizi

Nel corso del 2023 sono stati definiti 11 giudizi relativi a indebite percezioni di contributi pubblici e altri 10 giudizi sono stati introdotti nel corso dell’anno, con udienza fissata nel 2024. «L’elemento soggettivo contestato, in queste fattispecie, è quello del dolo, in concorso, in certi casi, a titolo di colpa grave, con i responsabili dei centri di assistenza agricola - ha proseguito Carra -. Sono state scrutinate fattispecie di rilevante entità, che hanno disvelato, attraverso complesse indagini della guardia di finanza, sistemi frodatori operanti attraverso la compartecipazione di società facenti parte dello stesso nucleo familiare nell’ambito del quale venivano effettuate transazioni commerciali e finanziarie che utilizzando la tecnica della sovra-fatturazione, riuscivano a coprire con i contributi pubblici anche la quota-parte a carico dell’impresa richiedente - ha concluso -. Si tratta di un fenomeno diffuso e preoccupante, che lascia presagire che le fattispecie emerse rappresentino la punta dell’iceberg, e che facciano parte di un più complesso e ramificato sistema illecito di truffe ai fondi comunitari controllato, sovente, da associazioni criminali. Non ci sono elementi per escludere che detti sistemi illeciti non possano riguardare anche l’utilizzazione dei fondi comunitari del Pnrr».

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